Il Conquistatore, Brock Lesnar, ha ottenuto tutti i successi a cui poteva aspirare?

Se c’è un uomo che rappresenta al meglio la ferocia su un ring di wrestling (e non solo), quello è Brock Lesnar.

Nato in Minnesota nel 1977, è stato infatti capace di vincere tutto, e dappertutto. Molti di voi lo conosceranno per il primo o il secondo stint nella WWE, ma nella sua vita ci sono stati altri titoli e altre federazioni. Partendo con ordine, già quand’era all’università, con un ruolino totale di 106 vittorie e 5 sconfitte, è diventato campione della National College Athletic Association, titolo ambitissimo in America. Proprio il titolo della NCAA gli apre le porte alla WWE di Vince McMahon, che lo mette sotto contratto nel 2000.
Qui esordisce nel main roster nel 2002 e vince tutto nonostante la breve permanenza (due anni): il torneo King of the Ring già nel 2002, lo stesso anno batte Hulk Hogan, nel 2003 vince la Royal Rumble (a 25 anni, il più giovane di sempre a trionfare nella competizione a 30 uomini) e infine il titolo WWE contro Kurt Angle a Wrestlemania XIX sempre nel 2003 (il più giovane di sempre, superato successivamente solo da Randy Orton, e quella fu esclusivamente una ripicca di Vince McMahon nel volergli togliere il primato).
Dopo aver lasciato la WWE, approda nel 2005 alla New Japan Pro Wrestling, introdotto nientedimeno che dalla leggenda Antonio Inoki (piccola curiosità: Antonio Inoki, nella versione cartoon nella celebre serie dell’Uomo Tigre, è stato l’unico a battere l’Uomo Tigre stesso, prima di diventare suo amico). Nella NJPW continua a seminare morte e distruzione: appena al primo incontro vince l’IWGP, il titolo massimo della federazione nipponica.
Lo rende vacante nel 2006 per contrasti con la società, senza mai averlo perso, e solo un anno dopo approda in UFC, o meglio firma per la federazione MMA di Dana White. Esordisce nel 2008, e nello stesso anno vince il titolo massimo della UFC. Ora attenzione, perché se fino a questo momento le cinture vinte sono state frutto di una scelta dei writers delle compagnie in cui ha lottato da professionista, in UFC ha vinto contro Randy Couture un match non predeterminato, come tutti quelli in MMA, un riconoscimento doppio per lui.
Deve abdicare nel 2010 solo per un problema di diverticolite che mette a rischio la sua carriera, fino a stroncargliela. Deve abbandonare la UFC e si cura, sparendo per due anni. Nel 2012 trionfale ritorno in WWE, dove annichilisce John Cena (seppur perdendo), Triple H, Big Show, CM Punk e molti altri, fino ad arrivare nel 2014 a Wrestlemania XXX, dove affronta Undertaker e la sua streak (21 incontri a Wrestlemania dal 1991 al 2013 e 21 vittorie). Incredibilmente, vince, interrompendo la streak, e lanciandosi verso il titolo massimo, conquistato nello stesso anno, asfaltando il campione John Cena. Perde il titolo solo a Wrestlemania XXXI (tenutosi poche settimane fa), ma senza essere schienato.
Avendo firmato un nuovo triennale con la WWE, siamo sicuri che non tarderà a lasciare nuovamente il suo segno nel mondo del wrestling, ma come ha fatto a ottenere tutti questi successi?
Non si può dire che sia tutto merito di Paul Heyman, “The One behind the One in 21-1”, nonostante il geniale manager sia al suo fianco fin dal debutto di Lesnar nel main roster della World Wrestling Entertainment, né che abbia preteso troppo dai propri contratti (viene da pensare a quello della NJPW, vincitore massimo all’esordio). Piuttosto credo che l’appellativo di “bestia” gli calzi a pennello: perfetto mix tra eccezionale prestanza fisica (altrimenti non avrebbe vinto gli incontri “veri” di MMA) e carisma (grazie al quale ha vinto tutto nel wrestling predeterminato), spesso non ha bisogno di aprir bocca per farsi notare.
Vincitore NCAA, WWE, UFC (l’unico a raggiungere questa tripletta) e NJPW. Cosa gli riserva il futuro, dopo aver detto addio al ritorno in UFC che l’avrebbe fatto camminare su ponti d’oro? Basterà seguire la scia di morte, perché parafrasando il manager di Ivan Drago in Rocky IV, dove lui va, lui distrugge.

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The Beast Incarnate, Brock Lesnar, 5.0 out of 5 based on 11 ratings

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