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La medicina della scrittura (13° parte). Lo sviluppo della storia
Questo aspetto, per essere trattato esaustivamente, avrebbe bisogno di diversi tomi. Il presente corso di scrittura, però, vuole dare solo qualche consiglio, in quanto sono fermamente convinto del fatto che, per creare un buono sviluppo, non ci sia altro modo che leggere molto.
L’esperienza, poi, è la grande discriminante tra chi sa creare un bell’intreccio e chi non lo sa fare.
All’inizio, quando staremo ancora facendo esperimenti per imparare a scrivere, una delle cose che mancherà ai nostri racconti sarà appunto una trama accettabile, ma col tempo miglioreremo.
Uno dei segreti è non dire tutto subito. Dovete giocare col lettore, in fase di stesura, e accennargli qualcosa, poi cambiare argomento. Questo lo terrà incollato al libro, perché saprà che è successo qualcosa di fondamentale, nell’economia della storia.
Non ci sono schemi da seguire tassativamente, ma, parlando per esempio di una casa infestata dai fantasmi, uno dei modi per portare avanti la narrazione senza ripeterci continuamente è creare un personaggio scettico fino al midollo, e mettergli di fianco uno più possibilista. In questo modo, i primi avvenimenti “strani” saranno un motivo per far scontrare i due, con il primo che crederà alla folata di vento che ha fatto sbattere la porta, e il secondo fermamente convinto che lo spirito del nonno l’abbia chiusa e sia pronto a strangolarli nel sonno.
In questo modo, quando il secondo dirà la fatidica frase “qui c’è qualcosa che non va”, la trama ne avrà solo giovato. Il lettore vorrà sapere come farà lo scettico, con il suo approccio scientifico, a fronteggiare il fantasma del nonno con tanto di catene sferraglianti.
A quel punto, avendo dosato gli eventi nelle pagine precedenti, saremo liberi di dare qualsiasi svolta alla storia. Il fantasma potrebbe essere reale, allora via allo scontro finale. Oppure la follia del personaggio che ha creduto ai fantasmi sin dalla prima riga potrebbe palesarsi, con susseguente scoperta che era tutto nella sua testa, più o meno come in Psycho di Alfred Hitchcock.
Come fare, allora? Niente paura, mi è capitato spesso che i personaggi si muovessero per conto loro, quando una storia è particolarmente viva. In questi casi sono stati loro a comunicarmi cosa dire e come procedere con la trama.
Se i vostri personaggi, complice la vostra inesperienza, resteranno muti a girarsi i pollici, giocate a svelare le cose un po’ per volta e, se riuscite, con un colpo di scena, a ribaltare tutto.
Fate qualche prova di scrittura, leggete Fight Club Di Palahniuk, godetevi la visione de La stangata con Paul Newman e Robert Redford e tutto verrà più facile.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 16 giugno 2011 alle 10:04, ed è archiviato come Corso di scrittura, Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |