Da Hulk Hogan a John Cena, perché è importante dare un volto al movimento.

Il wrestling è prima di tutto un business: costa metterlo in scena, costa pagare i lottatori, e quindi ci devono essere degli introiti. Appurata questa cosa, che forse sfugge ancora a molti, potrei anche non continuare, dato che i lettori avranno fatto un semplice 2+2 sul motivo per cui una federazione di wrestling deve avere un volto rappresentativo, un volto conosciuto non solo da chi segue il wrestling, ma anche da chi segue tutt’altro e magari odia addirittura il wrestling. “Parlatene bene o male, ma parlatene” diceva Oscar Wilde.

Ma cosa è cambiato dagli anni ’60, quando Bruno Sammartino, the Living Legend, detenne la cintura massima per otto anni consecutivi, dal 1963 al 1971, ad Antonio Inoki, conosciuto ai più per la versione, molto simile alla realtà, nel cartone “L’uomo tigre”, all’avvento di Hulk Hogan?

La spettacolarizzazione, innanzitutto: Bruno Sammartino andava sul ring in un tempo non molto successivo alle lotte tra uomini e orsi (o meglio, un orso “prestato” con successo al wrestling agli albori della disciplina) ed era over, tifato, in quanto se stesso. Lo stesso vale per Antonio Inoki in Giappone, ma da Terry Bollea in poi tutto diventa più patinato, a partire dal nome, che cambia in Hulk Hogan dopo il tentativo di “The Super Destroyer” e “Ichiban” (nome per le sue uscite nella New Japan Pro Wrestling).

Il suo essere un personaggio, e avere uno spessore tale da poterlo personificare, gli valse numerose prove da attore, anche al fianco di Sylvester Stallone in “Rocky III”.

Il movimento del wrestling, però, non è solo Hulkamania, ma è fatto anche da The Rock, che detiene il record come attore maggiormente pagato all’esordio, grazie agli anni passati alla WWF prima e WWE poi, e che ormai è forse più conosciuto come attore che come wrestler. Da “La mummia – Il ritorno”, a “Il re scorpione”, fino alla serie di film “Fast & Furious”, le sue apparizioni sul grande schermo sono innumerevoli, cogliendo idealmente il testimone di Hulk Hogan, come attesta anche il main event di Wrestlemania 18, che li vedeva uno contro l’altro, in un match che definire entusiasmante è dir poco.

Stone Cold Steve Austin, The Undertaker, Mick Foley, Chris Jericho, Macho Man Randy Savage, The Ultimate Warrior, sono solo alcuni, in ordine sparso, degli atleti che hanno reso grande il wrestling ma, forse, hanno pagato il voler restare fedeli alla disciplina con una fama che non va molto oltre il ring. Discorso appena un pizzico diverso per Brock Lesnar, passato dal wrestling alle MMA.

Si arriva così a John Cena, altro notissimo volto che, nonostante le prove da attore non entusiasmanti, è molto richiesto per pubblicità e lavori che non riguardano strettamente il wrestling. Cosa segna il suo successo, rispetto ad esempio a CM Punk, molto più amato da chi segue il wrestling ma meno conosciuto da chi non lo segue?

Qui forse parliamo del primo personaggio non esploso da solo ma costruito a tavolino dalla World Wrestling Entertainment, che penso abbia capito quanto profondo sia il segno lasciato dai predecessori. John Cena, non dimentichiamolo, ha fatto suo il primo titolo, diventando idolo dei bambini (e non solo, almeno nel 2005) dopo una storyline lunga quasi un anno: definisco così il lunghissimo regno di John Bradshaw Layfield, che rubò il titolo al compianto Eddie Guerrero, e che per me è il traghettatore titolato che ha fatto il giro più lungo per dare a chi di dovere, a Wrestlemania, la cintura di campione WWE, John Cena appunto.

La campagna “Don’t be a bully” non poteva avere che in Cena il volto più rappresentativo, anche se il pubblico fedele al prodotto wrestling è cambiato, e ne sono la riprova i cori anti-Cena, cori che Hogan non ha mai avuto, quasi nemmeno nella versione “cattiva”, Hollywood Hogan.

Voglio auspicare che il prossimo volto della federazione venga scelto dal pubblico, come sempre fatto prima di John Cena, creando un idolo davvero per tutti, e non solo per determinate fasce d’età.

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L’importanza delle icone nel wrestling, 5.0 out of 5 based on 6 ratings

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