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Cuori in Atlantide – Stephen King (Recensioni)
Il Vietnam fa da sfondo a tutte e cinque le storie del volume.
Che la produzione di Stephen King nel corso degli anni sia cambiata, passando dal classico horror (classico fino a un certo punto, dati i continui input che lo scrittore del Maine dava alle sue storie, rendendole uniche) a un tipo di prosa più sociale, è risaputo, ma forse questo libro è l’emblema del cambiamento.
È una raccolta di cinque storie, di cui la prima, “Uomini bassi in soprabito giallo”, ha ispirato il film “Cuori in Atlantide” con protagonista Anthony Hopkins, già premio Oscar per il personaggio di Hannibal Lecter ne “Il silenzio degli innocenti”. Un ragazzo, Bobby Garfield, si ritrova come vicino Ted Brautigan, anziano che, come il ragazzo scopre, ha dei poteri paranormali. Ted deve difendersi, e qui c’è il colpo di scena che non viene spiegato bene nel film, dagli uomini bassi in soprabito giallo, che ricordano i dottorini calvi di un altro romanzo di Stephen King, Insomnia, e che fanno cenno alla Torre Nera. Gli uomini bassi sono creature che vogliono catturarlo per portare a termine la loro missione sulla Torre Nera, e l’anziano deve quindi nascondersi. Ma la madre di Bobby non si fida dell’uomo e malvede il rapporto d’amicizia che nasce tra il figlio e Ted.
Personalmente, la seconda storia è quella che preferisco, quella che ha il vero nome “Cuori in Atlantide”. I cuori del titolo rappresentano, in realtà, il gioco Cuori, che alcuni studenti iniziano durante il periodo universitario, diventandone schiavi. L’Atlantide citata, invece, è il Vietnam, dato che la storia è ambientata durante quella guerra. Gli studenti, all’università grazie a borse di studio e che perciò stanno evitando per miracolo di partire per il fronte, diventano come già detto vittime del gioco Cuori, con una classifica che diventa il documento più importante, a scapito del libretto universitario. Mentre i voti si abbassano e lo spettro della guerra si avvicina, parlano del Vietnam, dei motivi del conflitto e di altro, fin quando i voti si abbassano troppo e qualcuno parte sul serio. A testimoniare che il demone di Cuori è alla fine stato più forte di qualunque altra cosa, il primo della classifica ricorda anche dal fronte la sua vittoria.
“Willie il cieco”, terza storia, vede ancora Bobby Garfield tra i personaggi, mentre la quarta, “Perché siamo finiti in Vietnam”, parla di Sully, l’amico che dà inizio al film con Hopkins (lì Bobby, adulto, torna a casa per partecipare ai funerali proprio di Sully).
“Scendono le celesti ombre della notte” offre la visione di uno Stephen King sempre più maturo, che con sapienti pennellate chiude il triste cerchio di morte e conflitti mai terminati, ma dà qualche segnale di speranza per il futuro.
Titolo originale
|
Hearts in Atlantis |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
1999 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Raccolta di racconti |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 24 agosto 2013 alle 08:00, ed è archiviato come raccolta di racconti, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |
circa 8 anni fa
Errore. “Atlantide” rappresenta gli Stati Uniti, la società americana che proprio in quel periodo, fine 60 primi 70 “sprofondava” sia a causa del Vietnam ma anche per i fermenti sociali che stava attraversando.