Ripartiamo dall’ultima frase dello scorso intervento, ritengo che necessiti di una spiegazione particolare:

Giochiamo con loro (i nostri personaggi), ma sapendo con cosa e come giocare. Tutto qui.

Una delle parti più divertenti trovo sia l’immedesimazione nei personaggi, cosa che avviene a tutti i romanzieri. In ogni scuola di scrittura viene data la giusta importanza ai personaggi, ma un aspetto forse meno dibattuto sia quanto di noi stessi, di noi scrittori, mettiamo in loro.

Immedersimarsi nei personaggiNoi siamo i nostri personaggi, in ognuno di loro c’è una parte di noi stessi, di ciò che siamo e di ciò che vorremmo essere. Di conseguenza, un personaggio assume una nostra posa tipica, un altro una nostra frase, e così via. La cosa bella è che ciò avviene, nella stragrande maggioranza dei casi, senza accorgercene.

Dobbiamo evitarlo? No, va benissimo così: quelle parti “familiari” ci serviranno per dare enfasi a un particolare momento, e in un modo molto naturale. Naturale perché siamo noi stessi a farlo.

Quello che non va bene è dare troppo di noi al personaggio. Non strettamente nel nome e cognome, quello può ancora andare, ma nella gestualità e nelle espressioni.

Uno scrittore, solitamente, ha buona considerazione di sé, ma ciò non significa necessariamente che la sua vita sia degna del miglior Indiana Jones. I nostri personaggi, per rendere elettrizzante una storia, dovranno avere una vita elettrizzante, cosa che nella quasi totalità dei casi non avviene nella vita reale.

Quindi, evitiamo di mettere noi stessi in un unico personaggio: il risultato potrebbe essere deleterio e rallentare il ritmo.

Ma, vi starete chiedendo, dato che mettiamo parte di noi nei personaggi senza rendercene conto, come possiamo evitare l’esagerazione?

In fase di lettura di ciò che abbiamo scritto, andremo a ritoccare le parti che non vanno. Quasi certamente daremo una ripulita anche alle parti in cui siamo presenti in eccesso. Se ciò non dovesse capitare, far leggere tutto a un amico porterà senz’altro a galla i passi “inquinati”.

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La medicina della scrittura (7° parte). L’immedesimazione nei personaggi, 4.8 out of 5 based on 9 ratings

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