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Undertaker, the Phenom
Undertaker, un uomo che ha cambiato le sorti del wrestling.
Ci sono alcuni atleti diventati, con il tempo e i risultati, più grandi della disciplina stessa in cui hanno militato. Nel calcio, giusto per fare due esempi, abbiamo Diego Armando Maradona e l’italiano Roberto Baggio, nella boxe Mike Tyson e così via.
Nel wrestling, questo onore va a Hulk Hogan, The Rock, John Cena, André the Giant (che è di fatto il motivo per cui esiste la Hall of Fame in WWE) e pochi altri. Tra questi, non si può non annoverare Undertaker, al secolo Mark Calaway. In un pezzo recente, su Chris Benoit, ho esordito elencando alcuni dei wrestler con cui aveva diviso il quadrato, ma per Undertaker non posso, perché dovrei elencare praticamente tutti gli atleti che hanno fatto la storia della disciplina sportiva, dato che lotta nella WWE (allora WWF) dal 1990 e dall’anno precedente nella WCW, e alcune tipologie di match come il Buried Alive, il Casket Match e l’Hell in a Cell devono la loro fortuna appunto a lui.
Così, a pochi giorni da Wrestlemania 31, voglio solo citare due particolari: è l’unico wrestler ancora attivo che ha fatto parte della primissima puntata di Raw, nel 1993, trasmissione della WWE arrivata intatta, settimana dopo settimana, fino a noi, ed ha lottato in 22 edizioni di Wrestlemania, perdendo solo un match, quello dell’anno scorso contro la Bestia Brock Lesnar, già campione UFC.Ho avuto l’onore di ammirarlo lottare dal vivo mentre era campione del mondo, e la prima impressione nel vederlo da lontano (mica tanto lontano, avevo dei posti niente male, a circa 3 metri dal ring) è stata quella di trovarmi di fronte un armadio a quattro ante con l’agilità di un criceto. Una delle sue caratteristiche principali è appunto la velocità unita a una stazza fuori dal comune (è alto più di due metri e pesa più di 130 chili), e nonostante gli anni che passano non fa mancare la sua presenza almeno a Wrestlemania.
Ma perché è diventato un simbolo, cosa aveva, e ha, più degli altri? Credo principalmente il carisma, quando ho potuto ammirarlo dal vivo è salito sul ring fissando il pubblico. Orbene, il pubblico era composto da migliaia di persone, eppure avevo l’impressione che fissasse me, impressione che avranno avuto anche tutti gli altri. Lui però, oltre al carisma, ha anche la gimmick giusta, il giusto personaggio: far partire adesso un wrestler dandogli dei poteri soprannaturali è a dir poco anacronistico, ma nel 1990, quando Internet non veniva in soccorso dei fan che volevano sapere a che ora facesse pipì il loro beniamino, era perfetta: un becchino con poteri demoniaci che traeva forza da un’urna tenuta in alto da uno dei due manager più bravi della storia (l’altro è Paul Heyman): sto parlando di Paul Bearer, scomparso nel 2013 (la sua morte fu inserita nel feud che Undertaker aveva all’epoca con CM Punk).
Sicuramente avranno influito alcuni momenti particolari, come quando ha impiccato Big Boss Man (tutto preparato, nessuno si è fatto male, meglio precisarlo) o quando ha crocifisso Stone Cold Steve Austin (stesso avvertimento di prima), cose che adesso non si potrebbero più fare, ma anche se ci avesse giocato a dama, perdendo, il suo personaggio non ne avrebbe risentito.
Quanto sarebbe stato diverso il wrestling senza di lui? Domanda alla quale è impossibile dare una risposta, ma per me ce n’è una più importante: cosa aspettarsi in futuro da Undertaker? Direi l’ingresso nella Hall of Fame e poco altro: l’età (proprio oggi compie 50 anni) si fa sentire, e non essere praticamente mai presente, nemmeno più per preparare il suo feud per Wrestlemania contro Bray Wyatt, è un sintomo da non sottovalutare. Resta una carriera che qualsiasi altro wrestler nemmeno riesce a sognare di notte, ma proprio per questo la sua aura di mistero andrebbe preservata con un ritiro che di fatto significherebbe solo non avere più il suo match annuale.
Non sono mai uscite voci su quello che vorrebbe fare lui stesso, e sarei davvero curioso di saperlo: Undertaker vorrebbe continuare a vestire i panni del becchino o vorrebbe tornare a essere “solo” Mark Calaway?
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 24 marzo 2015 alle 16:14, ed è archiviato come Wrestling che passione. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |