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Recensione: It – Stephen King
Siamo giunti al capolavoro dell’autore del Maine, il romanzo che lo ha fatto conoscere davvero al grande pubblico, molto più anche di Shining e della trasposizione cinematografica di Kubrick, di cui abbiamo già parlato su queste pagine.
It è il romanzo grazie al quale King si è meritato l’appellativo del Re del Brivido, e per arrivarci ha dovuto “solo” scrivere un libro di oltre 1300 pagine, con eventi che vanno dal 1958 al 1985, senza contare i flashback risalenti ai primi anni del secolo breve. Anche il numero dei protagonisti è corposo: 7 ragazzini (Bill, Ben, Beverly, Eddie, Stan, Richie, Mike) oltre ai tre bulli, capitanati da Henry Bowers, poi il clown (aspetto “umano” del mostro che vuole ucciderli tutti) e moltissimi personaggi collaterali. Nella seconda parte si aggiungono altri personaggi che si eleveranno allo status di co-protagonisti, come la moglie di Bill, che arriverà ad avere un ruolo centrale nella storia.
Difficilissimo decidere da dove iniziare, per cui vi posso dire che se ora scrivo, lo devo anche al libro It con relativo film. È il primo di King che ho letto, seguito a ruota da Misery, L’uomo in fuga e via via tutti gli altri. Mi sono innamorato della complessità di questa storia: tratta non solo un mostro che resta misterioso fin quasi alla fine, quando ne viene spiegata la natura aliena, il quale uccide bambini in una piccola cittadina americana, Derry, con i sette ragazzini (autonominatisi “il gruppo dei perdenti”) che vogliono sconfiggerlo. C’è molto altro: se vogliamo restare alle vicende, gli intermezzi sono dei colpi di scena continui, come anche le riflessioni di Mike adulto, quando il gruppo dei perdenti si ricompatta perché It riappare e riprende a seminare il terrore, e con i sette (sei dopo il suicidio di Stan) ritorna anche il bullo Henry.
Se passiamo poi al modo in cui è scritto, siamo di fronte a pura poesia. Si avverte la crescita dei personaggi, i giochi, l’ebbrezza della prima sigaretta, passando man mano a dubbi, dolori, gioie e lo stop, almeno apparente, messo dopo il duro confronto con il clown. Durante la seconda parte, con gli adulti riuniti, vengono riprese alcune scene dei bambini, con profonde riflessioni sull’adolescenza che fanno capire quanto poetico e delicato sappia essere Stephen King nel trattare tutti i temi contenuti nel voluminoso libro.
Particolare curioso, i due anni in cui si svolge il grosso della storia: 1958 e 1985. C’è qualche somiglianza con 1984 di George Orwell, scritto nel 1948, con le ultime due cifre invertite. Altra curiosità, l’autocitazione che lo stesso autore fa nella sua più recente fatica letteraria, 22/11/63.
Ultimo particolare, stavolta utile per chi segue il wrestling: per dare un’idea di quanto questo libro abbia lasciato un profondo segno nell’immaginario collettivo, nel 1993 debuttò nell’allora WWF, ora WWE, il personaggio di Doink The Clown, un pagliaccio cattivo che seminava terrore tra gli avversari, chiaramente ispirato a It. Perché nel 1993, dato che il libro è del 1986? Semplice, nel 1990 venne realizzata una pellicola per la televisione, con lo stesso titolo, che vedeva attori del calibro di Tim Curry nel personaggio di Pennywise il clown (e reduce di un altro personaggio truccato, in The Rocky Horror Picture Show), oltre a Seth Green, John Ritter e molti altri.
Titolo originale
|
It |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
1986 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Horror |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 16 marzo 2012 alle 09:30, ed è archiviato come horror, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |
circa 8 anni fa
Io sono laura e ho 13anni e vorrei leggere il romanzo di Stephen King ovvero it