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Recensione: Shining – Stephen King
Il terzo romanzo del “Re del brivido”, datato 1977, è uno di quelli che non si possono non conoscere. Magari il nome può far venire in mente il magnifico film di Stanley Kubrick, realizzato nel 1980 e che vede come protagonista un eccellente e spaventoso Jack Nicholson, ma a qualcosa va collegato.
Uno scrittore in crisi, Jack Torrance, si “rifugia” all’Overlook Hotel per cercare di superare il blocco dello scrittore e per superare al contempo la crisi dovuta al licenziamento dal suo lavoro d’insegnante. Il suo lavoro consiste nell’essere custode invernale di un hotel spesso irraggiungibile per la neve e il maltempo.
Porta con sé la moglie Wendy e il figlio Danny. Danny, prima che il cuoco vada via, riesce a conoscerlo e a parlare con lui del potere mentale della luccicanza (shining): il cuoco Dick Hallorann capisce che anche Danny ne è provvisto e decidono di mettersi in contatto in questo modo, se le cose vanno male. Già, perché questo hotel è già stato teatro, in passato, di omicidi, violenza e pazzia. La stessa pazzia che sembra prendere Jack Torrance, e la stessa violenza che vivono i suoi familiari. Il centro di tutto sembra essere una stanza in particolare dell’albergo, la 217…
Questo romanzo, per un kingomane, è però conosciuto per le sue mille particolarità. In ordine cronologico, direi che si può partire dalla primissima edizione italiana, il cui titolo fu tradotto in un osceno “Una splendida festa di morte”. Nel 1978, infatti, Shining arrivò in Italia, ma si pensò bene di italianizzare il titolo, con risultati disastrosi. Dalla seconda edizione in poi, difatti, il titolo diventò quello conosciuto tutt’oggi, ma la prima edizione, ormai rarissima, gira ancora per mercatini, ebay e quant’altro: io stesso l’ho comperata pochissimi giorni fa proprio attraverso ebay.
Altra curiosità sul titolo, non doveva essere nemmeno The Shining, bensì The Shine. King però cambiò idea quando seppe che “shine” è un termine offensivo nei confronti delle persone di colore.
Infine, gli aneddoti usciti fuori dalle riprese del film fanno capire quanto Kubrick, Nicholson o forse entrambi siano perfezionisti: prima delle riprese, Jack Nicholson doveva “entrare nel personaggio” dello scrittore, via via più pazzo, Jack Torrance. Prima della celebre scena di Torrance che usa l’ascia per spaccare la porta e dire “Sono il lupo cattivo”, si dice che Nicholson si sia armato d’ascia e abbia cominciato a lanciare improperi. Pare sempre, poi, che a scena in corso, il macchinista dietro di lui nel corso della distruzione della porta, abbia rischiato la vita, quando un Nicholson ormai in trance ha caricato troppo un colpo d’ascia, sfiorando la testa del macchinista stesso.
Titolo originale
|
The Shining |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
1977 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Horror |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 4 dicembre 2011 alle 11:01, ed è archiviato come horror, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |