Il wrestler canadese, scomparso nel 2007, ha lasciato un segno indelebile sul ring.

Hulk Hogan, Macho Man Randy Savage, Sting, Lex Luger, John Cena, Eddie Guerrero, Kurt Angle, Big Show, Brock Lesnar, Triple H, Shawn Michaels, Randy Orton, Undertaker, Chris Jericho, Edge, The Rock, Stone Cold Steve Austin, Ric Flair. Questi sono solo alcuni dei wrestler che Chris Benoit ha affrontato nel corso della sua ventennale carriera su un ring, e la lista potrebbe continuare davvero all’infinito.
Molti appassionati di wrestling distinguono l’atleta Chris Benoit dall’uomo, ma è una distinzione che generalmente non riesce a coloro che denigrano questa disciplina sportiva. Eppure andrebbe fatta, in quanto le sue gesta ispirano ancora adesso gli uomini e le donne che salgono su un ring, e riescono grazie alla tecnica a replicare le sue mosse più famose. Tanto per fare un esempio, la Yes Lock di Daniel Bryan è molto simile alla Crippler Crossface, la trademark move per eccellenza del wrestler canadese. Il fatto che provenga dal Canada non è casuale a mio avviso, in quanto questo stato ha prodotto gli atleti più tecnici che siano mai saliti su un ring, grazie anche alla gloriosa Stampede Wrestling: basti pensare a Bret Hart, oppure Chris Jericho ed Edge, per restare ai “moderni”.
Ma dove è iniziata la sua carriera? La luce ha cominciato a brillare nella ECW frutto del genio di Paul Heyman, e qui il primo aneddoto che fa capire quanto Benoit fosse un uomo ben diverso da quello che ha sterminato la famiglia in un raptus di follia: nel 1994, durante un match con Sabu (che ho avuto la fortuna di ammirare in un match dal vivo, in coppia con Rob Van Dam), in seguito a una mossa mal eseguita, gli causò la frattura di una vertebra del collo. Nello spogliatoio, scoppiò a piangere e per diverso tempo non fu in grado di sentirsi a suo agio sul ring. Però Heyman colse la palla al balzo e gli diede l’appellativo di Canadian Crippler, che Benoit terrà per tutta la sua carriera.
Nella ECW conobbe anche Dean Malenko, altro mostro di tecnica, con il quale vinse i titoli di coppia, prima di approdare in WCW, dove Ric Flair lo notò e lo portò nella storica stable dei Four Horsemen. Qui un evento che di fatto ha cambiato la sua storia personale: durante un feud con Kevin Sullivan, per esigenze di storyline (ovvero il copione che i wrestler devono rispettare come per un film) la valletta di Sullivan, Woman, lo lasciò per passare dalla parte di Benoit. Ora, Woman era sposata nella realtà proprio con Sullivan. Solo che nel corso della storyline, la donna lasciò sul serio il marito, per fidanzarsi appunto con Benoit. Il vero nome di Woman era Nancy, quella che poi diventerà la moglie del canadese, e che morirà nel 2007 con il marito.
Nella WCW vinse anche il titolo mondiale, prima di passare alla WWE, allora WWF, nel 2000. Qui parlano da sé i 12 titoli vinti (quando vincerli non era facile come adesso), tra cui il World Heavyweight Championship, e la Royal Rumble del 2004, dove entrò con il numero 1, ovvero rimase sul ring tutto il tempo, più di un’ora.
Proprio la vittoria della Rumble del 2004 lo portò a Wrestlemania XX, dove scrisse una delle pagine più emozionanti di sempre: vinse il titolo mondiale battendo Triple H e Shawn Michaels in un Triple Threat Match, e fu festeggiato sul ring a fine match dal grandissimo amico Eddie Guerrero, a sua volta detentore dell’altro titolo principale della WWE.
Nei tre anni successivi, altri feud e titoli, fino al 24 giugno 2007. Quella sera avrebbe dovuto affrontare CM Punk, con cui aveva lottato in tag team poche settimane prima, per il titolo della rediviva ECW (made in WWE). Avrebbe dovuto vincere il match, diventando il secondo wrestler ad aver detenuto la cintura massima ECW, WCW e WWE (l’altro, che ha raggiunto ovviamente l’obiettivo, è Big Show). Non si presentò, costringendo la federazione a trovare un sostituto, e il giorno dopo lui, la moglie Nancy e il figlio Daniel vennero trovati morti nella loro casa in Georgia. La WWE mandò in onda una puntata commemorativa, in cui numerosi wrestler in lacrime lo ricordarono con messaggi d’affetto, prima di scoprire la verità sulla loro fine, ovvero un caso di omicidio-suicidio. Chris era stato colto da un raptus di follia, dovuto ai colpi subiti in carriera e agli anabolizzanti che prendeva e che la stessa WWE tollerava, e aveva ucciso la moglie e il figlio, pare con una variante della sua Crippler Crossface, prima di suicidarsi. La federazione cancellò la puntata, rintracciabile ormai solo con il download illegale, e tutti i riferimenti alle sue imprese sul ring.
Il cervello di Benoit, quarantenne, risultò simile a quello di un ottantenne malato di Alzheimer, e si scoprì anche che sarebbe comunque morto al massimo in un anno per le condizioni fisiche dovute agli steroidi. Le colpe, sicuramente anche a carico del wrestler canadese, vanno secondo me divise tra lui e la federazione di Vince McMahon, il quale chiudeva un occhio sui suoi eccessi dovuti all’amore per il wrestling, affinché continuasse a fare spettacolo con match dalla tecnica sopraffina. Anche per questo, sono convinto, il Benoit atleta, che ho avuto modo di ammirare dal vivo quand’era United States Champion, non andrebbe dimenticato. Ha dato letteralmente la sua vita per il pubblico, una cosa che non si potrà cancellare.

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Chris Benoit, l’uomo e l’atleta, 5.0 out of 5 based on 9 ratings

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