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Fine turno – Stephen King (Recensioni)
Il ritorno di Mr. Mercedes, Brady Hartsfield, rende epico il finale della trilogia su William Hodges.
“Fine turno” chiude la trilogia sul detective William Hodges come solo l’autore Stephen King sa fare. Dopo “Mr. Mercedes” e “Chi perde paga”, il ritorno dello psicopatico Brady Hartsfield, già autore del massacro che dà il via alle vicende, è sinonimo di garanzia.
Ma lo scrittore del Maine riesce a superare le aspettative richiamando personaggi minori che sembravano aver detto tutto, come Freddi Linklatter e “Biblioteca” Al Brooks, e dando loro nuova vita.
La storia parte da Brady Hartsfield, bloccato in una stanza d’ospedale dopo il duro colpo infertogli da Holly Gibney, la socia del detective in pensione Hodges, e che viene creduto da tutti in stato vegetativo. Così non è, anzi a seguito del colpo in testa ha sviluppato poteri paranormali, e grazie allo Zappit, obsoleto videogioco portatile, tenta di riprendere il vecchio piano di indurre al suicidio le persone. Un po’ alla volta l’ex poliziotto, alle prese con una malattia che non promette nulla di buono, capisce tutto e deve evitare il peggio con l’aiuto di Gibney e Jerome Robinson, inseguendo Brady in giro per la contea, nonostante quest’ultimo abbia cambiato pelle.
Il capitolo citazioni ne ha, a mio avviso, tre degne di nota, se si eccettuano le ovvie ai due libri precedenti della trilogia. Si parte dalla stanza di ospedale nella quale si trova Hartsfield, la 217, la stessa dell’albergo maledetto di “Shining”. Più sottili le altre due: quando il piano diabolico di Hartsfield comincia a volare, in piccoli paragrafi si parla delle vittime, come Ciccia Jane, narrando in breve i loro incontri con gli Zappit. Molto simile ai veloci paragrafi de “L’ombra dello scorpione” quando la malattia si espande sempre più rapidamente. Per ultima ho lasciato la citazione de “L’occhio del male”, pubblicato all’inizio con lo pseudonimo Richard Bachman: Non si è mai troppo magri o troppo ricchi, dice difatti Bill Hodges, come l’avvocato colpito dalla maledizione nel vecchio libro dell’autore americano.
Una nota voglio farla, oltre che sull’ottimo contenuto che tratta il tema scottante dei suicidi giovanili, sulla copertina che vedete anche in questo post, con i pesci che danzano tra le parole, tutti azzurri tranne uno rosa in disparte. Copertina che si comprende molto meglio dopo aver letto parte del libro, e che viene vista con nuovi occhi. Provare per credere.
Titolo originale | End of Watch |
Autore | Stephen King |
Anno pubblicazione | 2016 |
Lingua originale | Inglese |
Genere | Thriller |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 13 dicembre 2016 alle 08:00, ed è archiviato come Raccolta Stephen King, Recensioni, thriller. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |