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“Dodici” di Paolo Merenda

I. Discidium.

Una donna, mentre fuori diluvia, è chiusa in casa, minacciata da un’entità malvagia. È solo un sogno, ma la realtà può essere anche peggiore…

II. L’ultimo falò.

Un invisibile falò è acceso tra nonno e nipote. L’anziano racconta una storia, e il bambino ne è rapito, mentre il fuoco arde.

III. Voci.

Quali sono le conseguenze per chi è vittima di un terremoto? E quali sono le conseguenze su una mente labile, anche se il sisma l’ha solo avvertito e non ha visto altro segno che il lampadario muoversi?

IV. Tutto in famiglia.

La violenza e la ferocia più incredibili si possono annidare dovunque, anche in una famiglia che sembra scossa soltanto dai piccoli, innocenti colpi di testa di un figlio adolescente.

V. Imago.

Scritto a quattro mani con Angela Leucci, con uno stile originale, affronta il tema di uno strano suicidio, e una nascita forse ancora più strana.

VI. L’eroe.

Le sensazioni di un bambino mentre va a vedere uno spettacolo di wrestling insieme a suo padre, con una gioia inesprimibile che può diventare contagiosa.

VII. L’illusione.

La sottile linea tra realtà e finzione è al centro della storia, con una partita di calcio da vincere a tutti i costi. Ma in un campo di calcio tutto può succedere…

VIII. L’abito adatto per l’eterno nulla.

Un ragazzo, autoproclamatosi il migliore, decide di uccidersi tenendo fede all’appellativo: un piano ben congegnato per farsi notare fino all’ultimo istante prima di morire.

IX. Lago nero.

Sul campo di battaglia è successo qualcosa. E l’ultimo soldato rimasto deve capire cosa, se vuole salvarsi e non fare la fine di tutti gli altri commilitoni.

X. Veneni.

Anche questo scritto con Angela Leucci. Uno strano manufatto sannita, un vaso, riporta dei disegni criptici. Per risolvere il mistero, interviene anche un esperto di fama mondiale, ma poi…

XI. Estinzione di massa.

Una scolaresca va a fare una gita in un museo. Nonostante i dinosauri e le particolari piante estinte, l’attrazione principale della struttura è qualcos’altro.

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