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Billy Summers – Stephen King (Recensioni)
Può un sicario, un assassino professionista, essere una brava persona? A questa domanda, in modo non semplice, risponde Stephen King occupandosi di uno dei suoi temi preferiti.
“Billy Summers” è una storia poliziesca che racchiude in sé tante storie diverse. E non parlando della percezione singola del lettore, ma esattamente dal punto di vista letterale. Stephen King divide in due parti nette le vicende, e già entrambi rappresentano dei romanzi singoli. Poi c’è il libro che scrive il protagonista tra un’azione e l’altra, per arrivare a quota tre.
Un gioco di scatole cinesi che si svolge su quasi 600 pagine, e che nel complesso affronta la parabola di Billy Summers. Quest’ultimo passa da spietato sicario, uno dei migliori al mondo, in grado di uccidere un uomo a oltre un chilometro di distanza col suo fucile di precisione, a colui che salva una ragazza e porta giustizia, per quanto efferata e personale, su un uomo veramente cattivo. La storia infatti parte da un incarico, l’ultimo, che Summers accetta per una cifra esorbitante, e si svolge con il killer che, in attesa della vittima, deve prendere una nuova identità, quella di David Lockridge. L’attesa, che durerà mesi, gli permette di dedicarsi, complice la copertura assegnatagli di aspirante scrittore, a un sogno nel cassetto, scrivere un romanzo. E sarà David Lockridge che mette su carta la vita di Billy Summers, e di come un innocente bambino è diventato prima un soldato pluridecorato della guerra in Iraq e poi un sicario professionista.
Una volta portato a termine il compito, si ritira in un nascondiglio sotto il nome di Dalton Smith, e qui incontra e salva da morte certa una fragile ragazza, Alice. Nel frattempo scopre di essere stato tradito, e che il piano prevedeva anche la morte dello stesso sicario. Parte quindi, in un viaggio continuo lungo le strade degli Stati Uniti, alla ricerca di una giustizia che non ha avuto, con Alice al fianco.
La prima parte strizza molto l’occhio a uno dei suoi capolavori, “22/11/63”, ma invece che in un altro quando siamo in un altro dove. Il particolare che gli affezionati lettori kinghiani apprezzeranno è scoprire, quando Billy e Alice vanno in Colorado da un contatto amico, che siamo nel metaverso di “Shining” e “Doctor Sleep”, ma senza trascendere dal poliziesco all’horror. Un modo per dire che la saga di Jack Torrance non è finita?
In mezzo, il tema della scrittura, con vette altissime, in cui il registro cambia a seconda della situazione, da una pagina all’altra. Molti trucchi vengono svelati, vestendo la maschera dei ragionamenti di Billy Summers, e quindi tutto il romanzo diventa appassionante per diversi motivi: dalla redenzione del protagonista, a cosa significa scrivere e come farlo, alla definizione di cattivo, con molte zone grigie e pochi elementi netti.
“Billy Summers” è un libro da tenere in biblioteca e rileggere di tanto in tanto, sicuri di cogliere sempre elementi nuovi.
Titolo originale
|
Billy Summers |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
2021 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Narrativa |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 28 febbraio 2022 alle 08:00, ed è archiviato come narrativa, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |