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Scheletri – Zerocalcare (Recensioni)
Spesso si parla di come ogni storia di Zerocalcare sia più matura della precedente. Questa non fa eccezione, e l’autore affronta una difficile pagina del suo passato.
Alcune storie, come “Dimentica il mio nome”, sono per ammissione dello stesso autore fortemente autobiografiche, mentre altre come “Dodici” prendono le mosse dal reale per virare verso la fiction. Con “Scheletri” credo che Zerocalcare abbia trovato il connubio perfetto.
La sua Rebibbia viene descritta nel corso di 18 anni, dal 2002 al 2020, e il regazzino diciottenne (e con un’orrenda cresta rossa, come scrive lui stesso più volte) diventa il quasi quarantenne delle ultime pagine. In mezzo, una trama che all’inizio sembra totalmente reale, e legata alla sua frequentazione poco proficua all’università arricchita da un incontro fortuito con un sedicenne in metropolitana, Arloc (perché ha i capelli come Capitan Arloc, scritto proprio così e non Capitan Harlock, popolare personaggio di un cartone animato). Arloc diverrà molto amico del gruppo, ma pagina dopo pagina esce fuori il lato più selvaggio del ragazzo, pronto a far del male se si sente minacciato. Come faccia a rendere divertenti anche le pagine più crude resterà un mistero.
Ma il mistero più grande è a chi appartiene il dito mozzato che Zerocalcare si ritrova fuori casa dopo una notte particolarmente violenta passata con il sedicenne, e dovrà aspettare 18 anni per sapere tutta la verità su una storia torbida che lascerà un morto per la strada.
Grande trama che, pian piano, si allontana dal vissuto di Zerocalcare e mescola elementi inventati, ma non è così per gli amici di sempre Cinghiale, Sara e Secco. L’autore romano riesce a tratteggiare il vissuto dei quarantenni, come dieci anni fa faceva coi trentenni, e ad agganciare una fetta di lettori che lo hanno reso uno dei due fumettisti più venduti in Italia (l’altro, manco a dirlo, è Leo Ortolani). La sua magia è la stessa di Max Pezzali con le canzoni, sapere sempre cosa dire e come: non a caso Zerocalcare si riferisce a Pezzali come “uno dei giganti del novecento”.
Tra colpi di scena, uno grosso non legato alla trama thriller e pulp ma a un personaggio della crew di Zerocalcare stesso, e pagine in cui il fumettista si mette a nudo spiegando perché continua a sentirsi inadatto e interrotto nei traguardi di vita che gli altri raggiungono (matrimonio, figli etc), fanno capolino i mostri che già in “Un polpo alla gola” e “La profezia dell’armadillo” rischiavano di farlo soffocare. Commoventi poi i punti in cui parla di cosa vuol dire essere genitori, da leggere.
L’impressione che lascia è di essere un “Macerie prime” che prende spunto da “Le iene”, l’iconico film di Quentin Tarantino. Assolutamente consigliato ma, se volete gustarvi meglio il colpo di scena sul suo amico, prendete un paio di libri precedenti (escluso “Kobane Calling” che parla d’altro) e solo dopo leggete “Scheletri”.
Titolo originale
|
Scheletri |
Autore
|
Zerocalcare |
Anno pubblicazione
|
2020 |
Lingua originale
|
Italiano |
Genere
|
Fumetto |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 28 marzo 2021 alle 08:00, ed è archiviato come fumetto, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |