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Il gioco di Gerald – Stephen King (Recensioni)
Un gioco sessuale tra Jessie e Gerald finisce male. Poi l’incubo.
Jessie Mahout e Gerald Burlingame sono due coniugi che si dilettano in pratiche sessuali sadomaso, e all’ennesimo gioco sessuale condito da manette (con lei incatenata al letto) lui ha un attacco di cuore che gli provoca la morte. Lei rimane così intrappolata al letto e attorno a lei succedono cose strane, finché non si libera.
In estrema sintesi, questo il succo del romanzo di Stephen King chiamato non a caso “Il gioco di Gerald”, ma è una storia che va letta dalla prima all’ultima pagina per capirne la portata. Il vero fulcro della storia è lei, nuda e incatenata al letto, con lunghe pagine di introspezione psicologica. Forse mai come in questo caso King aveva fatto uno studio così importante su un personaggio, il risultato è una chicca per tutti i lettori dello scrittore americano e non solo.
I personaggi che si avvicendano nella realtà e nelle percezioni, sempre più annebbiate, della protagonista, sono simboli che l’aiutano a scavare dentro se stessa. Il primo a fare la sua comparsa, il cane randagio richiamato dal corpo di Gerald, di cui si ciba, è un pericolo che la porta a capire che non può liberarsi. Inerme e rassegnata, non può far altro che guardarlo mentre sbrana il cadavere del marito.
Solo l’immaginaria voce di Ruth, vecchia compagna di scuola, la tiene a galla, fin quando compare un mostro deforme. Il terrore mai come in questo caso la rende viva: le apparizioni dell’uomo deforme portano a galla un ricordo che pensava di aver sepolto, risalente a quand’era bambina. Durante un’eclissi solare il padre aveva quasi abusato sessualmente di lei, facendola sentire “sporca”, motivo per cui aveva rimosso la vicenda.
Particolarmente apprezzabile il cross over con il romanzo subito successivo, “Dolores Claiborne”, con lei bambina che si rintana nella stanza e “vede” Dolores (come Dolores “vedrà” Jessie nel libro successivo).
Dopo aver affrontato questo pesante ricordo, Jessie trova la forza di liberarsi e, come d’incanto, tutto torna a posto: il mostro deforme era Raymond Andrew Joubert, un uomo affetto da una malattia mentale e dall’elefantiasi.
La parte finale è affidata a una lunga lettera che Jessie scrive a Ruth, la cui voce immaginaria l’ha condotta alla salvezza, non dicendole mai di arrendersi.
Non è mai stato tratto un film da questo libro, per due motivi più che semplici: molte scene avrebbero visto una donna nuda bloccata al letto con le manette, e poi spazio maggiore sarebbe stato dato ai viaggi mentali, viaggi difficilmente riducibili in un lungometraggio. Poco male, se questo è il limite in una eventuale trasposizione cinematografica, è il punto di forza della scrittura di Stephen King.
Titolo originale
|
Gerald’s Game |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
1992 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Thriller |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 2 ottobre 2012 alle 10:25, ed è archiviato come Raccolta Stephen King, Recensioni, thriller. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |