C’era una volta Buster Keaton. Una storia, una narrazione, un articolo che parli di cinema non può che iniziare così. Con Keaton, Chaplin, con i geni dell’espressionismo tedesco e in misura minore con i registi di quello russo. Perché il cinefilo si getta a braccia aperte in certi capolavori?

C’è da dire innanzi tutto che i cinefili non sono tutti uguali. Ci sono quelli affezionati a un vecchio modo di intendere il grande schermo, con più lentezza forse, un modo che abbiamo scordato, persi come siamo all’interno delle velocità della televisione, quel mordi e fuggi tra una pubblicità e l’altra, che a loro volta ci permettono di prepararci da mangiare, mettere fuori il gatto e farci un bidet, mentre Kenneth Branagh declama il monologo dell’Amleto. Poi ci sono gli altri cinefili, quelli che sono comunque affezionati al dottor Stranamore, ma preferiscono la velocità quando fruiscono la storia. Due scuole di pensiero dividono gli appassionati, ma la verità, come dicevano i latini, sta nel mezzo, per cui ben vengano i film di Chaplin, ma non toccateci Quentin Tarantino. In quest’articolo, vogliamo dimostrarvi come in tutti i tempi ci sia stato qualcosa di indimenticabile e come un aspirante cinefilo può approcciarsi a una materia tanto poliedrica.

Intanto, il cinefilo tipo si ritrova di fronte a delle scelte di campo: Keaton o Chaplin? Questa è una di quelle scelte che condizioneranno altre scelte posteriori del tipo: Tarantino o Rodriguez?

Partiamo da lontano, per rivalutare il mondo del cinefilo. Non vogliamo parlare di scontatezze, di quant’è bello “Casablanca”. Per avvicinarsi al cinema ci vuole casualità e un po’ di fortuna. Tra i primi film da vedere consiglio qualcosa di più “moderno”: ben vengano Tarantino, Rodriguez, Guy Ritchie, ma anche Spike Lee, che è maggiormente impegnato sul piano contenutistico. Tutti registi che, anche in presenza di film che durino più di due ore, sanno dare ritmo e velocità alla narrazione. Solo dopo che avrete esplorato un po’ di filmografia degli ultimi anni potrete concedervi di esaminare dell’altro. Ma in questa fase, se andate al cinema a vedere “Apocalypse now” con i tagli del regista, state pur certi che vi addormenterete sul più bello. Non disdegnate pellicole che fanno parte di filoni comici o horror: è lì che si annidano delle chicche incredibili. E non evitate i film italiani: certo, negli ultimi trent’anni dovete andare con i piedi di piombo su una scelta simile, ma anche nel Belpaese si sono prodotte delle chicche indimenticabili.

Di seguito qualche invito alla visione, ovvero i primi cinque film che un non addetto al settore dovrebbe vedere per appassionarsi al cinema.

Angela Leucci

The snatch, Guy Ritchie

Paura e delirio a Las Vegas, Terry Gilliam

The big fish, Tim Burton

Fa’ la cosa giusta, Spike Lee

Dillo con parole mie, Daniele Luchetti

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Dal muto a “Fast and furious”, come cambia il mondo del cinefilo - Parte prima, 5.0 out of 5 based on 5 ratings

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