Il secondo capitolo della saga sulla Torre Nera.

Dal 1982, anno della pubblicazione de “L’ultimo cavaliere”, passano ben cinque anni prima che Stephen King decida di dare alle stampe il secondo capitolo della saga sulla Torre Nera. Al tempo la magica torre, centro di ogni luogo e ogni tempo, non era ancora il centro di ogni storia e ogni personaggio per il suo creatore, che infatti ci si dedicava saltuariamente. Anni dopo, King autociterà la sua saga in quasi ogni lavoro, ma nel 1987 decise “semplicemente” di far proseguire il viaggio a Roland di Gilead.

Che viaggio, tra l’altro: come suggerisce il titolo, “La chiamata dei tre” narra degli strani incontri che il pistolero fa lungo il cammino, trovando i compagni di viaggio decisi per lui dal destino. Tutto questo avviene attraverso tre porte che Roland trova su una spiaggia, e che danno in tre mondi e tre tempi diversi (ricorda in quest’aspetto i temi trattati dal telefilm “Fringe”). Dietro la prima porta “conosce” Eddie Dean, un tossicodipendente che per pagarsi l’eroina decide di fare da narcotrafficante. Ho trovato straordinari alcuni passaggi, come la sparatoria al locale scelto dal boss per ricevere la droga trasportata da Eddie, non a caso chiamata “La Torre pendente”: Eddie affronta, pistola in pugno, i malavitosi, completamente nudo. Particolare che gli varrà i complimenti da parte di Roland perché, dice, non è affatto semplice.

E la bravura di Eddie servirà all’ultimo pistolero, in quanto ha ormai la mano destra amputata dall’attacco di un’aramostra, un’aragosta gigante del suo mondo. Entrambi si muovono verso la seconda porta, dove troveranno Odetta Holmes, donna affetta da doppia personalità (da un lato Odetta si batte per i diritti delle persone di colore, dall’altra Detta Walker è xenofoba) ma soprattutto bloccata su una sedia a rotelle.

Dopo aver portato anche lei nel mondo di Roland di Gilead e averle fatto affrontare e risolvere il suo problema, Roland, Eddie e Susannah (il nome dato alla nuova personalità, una fusione tra le due precedenti) arrivano alla terza porta. Qui il genio di King: il lettore ormai si aspetta un terzo componente, ma dietro la porta c’è Jack Mort, uno psicopatico che ha avuto a che fare con Jake, il compagno di Roland nel primo libro, e Odetta. Roland praticamente lo usa solo per procurarsi gli antibiotici per evitare la morte dopo le ferite inferte dall’aramostra, e non manca il colpo di scena finale per il terzo compagno d’avventura.

Come detto, alcuni passaggi sono davvero geniali, e pur non essendo un romanzo in cui i nodi vengono al pettine, questo capitolo della saga si fa leggere per la sua bellezza e per i colpi di scena continui. Il romanzo termina con un momento di stasi, ma che forse il lettore non apprezzerà, ormai rapito dal mondo di Roland.

Titolo originale
The drawning of the three
Autore
Stephen King
Anno pubblicazione
1987
Lingua originale
Inglese
Genere
Dark Fantasy
VN:F [1.9.5_1105]
Valutazione: 4.9/5 (8 voti)
Recensione: La chiamata dei tre - Stephen King, 4.9 out of 5 based on 8 ratings

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