La capacità di alcuni autori, come Vincenzo Costantino Cinaski, è quella di riuscire a trasformare in parole qualunque paesaggio gli si pari davanti.

Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare”, del 2010 e ripubblicato nel 2021, offre molti spunti di interesse, non solo per quanto riguarda i contenuti ma anche per lo stile unico, originale.
Vincenzo Costantino, detto Cinaski come omaggio a Charles Bukowski, riesce con questo libro a compiere un viaggio, metaforico e poetico, che parte dalla sua Milano, nella quale nasce nel 1964, per arrivare da qualunque parte il lettore voglia. Difatti, se i primi due componimenti, Scuola di vita e la bellissima Sono nato a Milano, si rifanno strettamente al vissuto dell’autore, man mano il libro dispiega le ali per affrontare temi che sembrano endemici, ma che in realtà hanno una chiave di lettura universale.
Un esempio su tutti, Una giornata in libreria, in cui Vincenzo Costantino mette su carta dei pensieri legati a una giornata reale da lui passata in libreria, ma in cui possono ritrovarsi tutti, qualunque sia il loro vissuto. D’altronde, la poesia è sempre di chi scrive, ma deve arrivare intatta a chi legge: l’equilibrio è difficile da raggiungere, ma non per poeti come Cinaski. Solo per me nel titolo rimanda a qualcosa di intimo, e anche in versi come “La vita / mi ha cercato / solo quando mi nascondevo”, ma termina con la mano tesa al lettore: “solo per me / e forse anche per voi”. È una scelta stilistica comune ad altre pagine, segno di quanto sia importante, per il poeta, avere un confronto continuo con i fruitori della silloge.
In fondo, è quello che fa da anni, con lo spettacolo Bingo Poetico, che con alcuni amici siamo riusciti a portare anche a Parete, in una serata spettacolo che ha colpito il pubblico. Già conoscevo personalmente Vincenzo Costantino, ma l’occasione è stata propizia per grattare oltre la superficie e poter parlare con lui di qualunque argomento.
Ma se negli spettacoli dal vivo legge le sue poesie in una sorta di gioco del bingo, bisogna avere il libro fra le mani per scoprire ciò che si nasconde tra le pieghe, del lettore e dell’autore. Lo stile di Charles Bukowski, di cui Vincenzo Costantino è considerato l’erede italiano (il soprannome Cinaski è preso da Henry Chinaski, pseudonimo di Bukowski), rappresenta solo uno degli artisti da cui ha preso ispirazione. Fra questi, lo scrittore John Fante, nome che torna in “Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare” perché il figlio Dan Fante, a sua volta scrittore e commediografo, ne firma una bellissima prefazione nell’edizione del 2021 del libro.
Dan Fante, peraltro, che ha vissuto in Arizona fino al 2015, quando è venuto a mancare, ha avuto stretti contatti con l’Italia, in primis per le origini abruzzesi del padre John (e Dan è tornato periodicamente in Abruzzo fino alla morte per premiazioni e serate poetiche). Inoltre, Dan Fante e Vincenzo Costantino hanno condiviso la casa editrice, Marcos y Marcos, per la pubblicazione in Italia delle rispettive opere, come “Nati per lasciar perdere” di Cinaski.

Titolo originale
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare
Autore
Vincenzo Costantino
Anno pubblicazione
2010
Lingua originale
Italiano
Genere
Silloge di poesie
Editore
Marcos y Marcos
VN:F [1.9.5_1105]
Valutazione: 5.0/5 (3 voti)
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