- Home
- Dodici
- Chi sono
- Paolo Merenda
- Presentazioni letterarie
- Pubblicazioni
- Al di sopra di ogni sospetto
- A Levante – Etica-Estetica
- Racconti per il Natale 2015
- Note di storia e cultura salentina 2015
- In Bilico – Storie di animali terrestri
- Cafè des artistes
- Caffè Blues – 2° Art Cafè
- Caffè Blues – 1° Art Cafè
- Note di storia e cultura salentina
- Antologia “Fortunato Pasqualino”
- Talkink
- Scrivono di me
- VIP shots
- Categorie
- Corso di scrittura
- 1. La terapia dell’arte
- 2. Per chi (e perché) si scrive
- 3. L’idea
- 4. L’importanza dei classici
- 5. Leggere
- 6. I personaggi
- 7. L’immedesimazione nei personaggi
- 8. L’ambientazione
- 9. Il punto di vista
- 10. Lo stile
- 11. L’importanza di documentarsi
- 12. Rispetto per il lettore
- 13. Lo sviluppo della storia
- 14. I dialoghi
- 15. Sospensione
- 16. La fine
- 17. Riscrittura
- 18. Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
- 19. Il mondo dell’editoria
- 20. Racconto o romanzo?
- 21. Promozione e pubblicità dell’opera
- Scrivere è vita – Viaggio nel mondo della scrittura
- L’arte è rivoluzione
- Recensioni
- Contattami
- Disclaimer
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE V) – L’importanza del raise e delle size
Il raise (dall’inglese to raise, rilanciare) è una delle armi più potenti delle quali si serve il giocatore di poker.
Rilanciare non è mai fuori luogo, né quando si possiede una mano debole né quando si possiede una mano super forte.
Sono vari i motivi che ci spingeranno a rilanciare: vedere qual è la nostra posizione all’interno del colpo (ossia valutare se siamo vincenti o perdenti o se c’è margine di bluff allo stato attuale del colpo stesso), proteggere il nostro punto, cercare di estrarre valore da una mano, cercare di perdere il minor numero di chip nel colpo o anche tentare un bluff.
L’errore più comune commesso dal giocatore di poker è quello di non difendere la propria mano, ceckando nel tentativo di indurre il proprio avversario in bluff.
Il problema di non rilanciare in questo tipo di situazione è che si regalano carte gratis con le quali il nostro avversario potrebbe chiudere un punto superiore al nostro.
Rilanciando, invece, scoraggeremo il nostro opponent a seguirci nel colpo e, nel caso chiamasse, avremo comunque aumentato il piatto che nella maggior parte dei casi sarà nostro.
Altra cosa da tenere bene a mente è che il raise deve avere una certa importanza affinché incuta un minimo di timore negli altri giocatori.
Vediamo quindi di delineare delle regole per le size (dimensioni) dei nostri raise.
Per la fase preflop la regola è di rilanciare 2,5 – 3 volte l’importo del Big Blind, e si aggiunge 1 Big Blind per ogni giocatore che è entrato nel colpo prima di noi.
Facciamo un esempio: Big Blind 100, prima di noi entrano in gioco due player e noi decidiamo di raisare. Un buon importo potrebbe essere 3 x 100 + 2 x 100, ossia 500 chip; ma anche 2,5 x 100 + 2 x 100 ossia 450 chip.
Sul flop di solito la size da puntare equivale a metà piatto, mentre sul turn si consiglia di puntare piatto.
Ovviamente queste sono regole da seguire cercando comunque di adattarle allo svolgersi del gioco.
Se per esempio ci trovassimo sul flop 3/5 di colore e abbiamo un buon punto in mano, lo potremo proteggere puntando un importo pari al piatto.
Come al solito, è consigliabile cerare di mantenere una certa imprevedibilità nelle size dei nostri raise, variando di tanto in tanto gli importi partendo dalle regole base sopra enunciate.
Un’ultima considerazione va fatta sul raise all in, ossia l’azione con la quale mettiamo tutte le nostre chip nel piatto. In genere sconsiglio questa mossa e vi spiego il perché.
Se decidessimo di andare all in preflop, ci chiamerebbe nella maggior parte dei casi chi ha una mano forte o una mano che gioca bene contro mani forti (es: suited connectors). Pushare (andare all in) preflop equivale ad affidare la nostra vittoria al solo fattore fortuna piuttosto che alla nostra bravura, e questa situazione è assolutamente da evitare. Pushare in ogni fase di gioco, invece, ci pone di fronte a due rischi, verremo infatti chiamati solo da chi ha una mano migliore della nostra e, se non venissimo chiamati, avremo guadagnato i minimi nel colpo.
Y2JChamp
vai alle altre parti: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9
Ti potrebbe anche interessare:
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE I) - St...
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE II) - I...
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE III) - ...
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE IV) - I...
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE VI) - L...
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE VII) - ...
Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE VIII) -...
Se ti è piaciuto quello che hai letto aiutaci a diffonderlo. Clicca qui -->
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Raffaele Forgione il 25 novembre 2010 alle 08:37, ed è archiviato come Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |