Un pezzo di storia punk della Campania.

Napoli è una terra che ha dato i natali a innumerevoli geni della musica. Un terreno fertile per i tantissimi adolescenti che sognano di avere un gruppo tutto loro, ma non molti possono dire di avercela fatta, di aver lasciato un segno indelebile per i ragazzi napoletani che hanno avuto la fortuna di vivere i loro concerti.

I Deformed fanno parte di quest’ultima schiera, un gruppo punk di cui ancora oggi si parla, nonostante si sia sciolto a inizio 2005. Il frontman presente sin dall’inizio, nel 2000, e trascinatore del progetto, risponde al nome di Danilo, detto o’ Buzzurro, un amico con cui ho fatto mattina tra bevute, concerti e quant’altro. Il ragazzo rimase folgorato nell’ascoltare i Sex Pistols, la voce di Johnny Rotten, la potenza di Sid Vicious lo stregarono, e decise di ripercorrere le loro gesta.

Nei primi mesi il gruppo, formato da lui, Rosario e Salvatore San P., si chiamava Antisvastica, i cui resti sono giunti ai “nuovi” Deformed sotto forma di due pezzi. In quel periodo Salvatore, poi rinominato Suicidio, si avvicinò a loro, tanto da diventare successivamente il batterista della nuova formazione. Per inciso, Suicidio, ora fumettista, è l’autore di uno dei miei migliori tatuaggi.

I giorni passati in uno dei “luoghi” di Giugliano, vecchie case con cortili per polli e conigli, li portò a fondare i Deformed grazie all’aggiunta di Peppe “Cujay” e Raffaele “Barattolo”, e si esibirono la prima volta il 22 dicembre 2000 a Pozzuoli. Due concerti successivi, al Planet Rock e al Rock Cafè, diedero loro una visibilità fortissima nonostante, o forse proprio per, la distruzione dei locali a cui i fan contribuirono. Il cavallo di battaglia, “Ylenia”, un pezzo su una prostituta, era un must per tutti i giovani di Napoli, e posso dire di aver avuto la fortuna di ascoltarlo diverse volte dal vivo, ma anche in cd, dato che nel 2001 incisero il primo demo, “Ladies & Gentleman: i Deformed”.

Nell’agosto 2001 Suicidio andò a lavorare in Germania e fu sostituito alla batteria da Marco, detto Cacaturo (da allora il mio tatuatore, attività che svolge tutt’oggi).

Tra concerti, come quello al Jail Club, finito in un’enorme rissa, e quello al Rocknet, con annessi tafferugli finali, la fama cresceva, e si avvicinava al gruppo Antonio Skoppiato, il primo fan dei Deformed e dal carattere un tantino irascibile. Non a caso era coinvolto in tutte le risse legate a questi live. Peppe Cujay e Raffaele Barattolo, membri del gruppo, lasciarono e i loro posti furono presi Diego, detto Merigo, alla chitarra, e Antonio Skoppiato al basso.

Si era definita così la formazione finale, nonché la più duratura, da fine 2002 a inizio 2005, con Danilo “Buzzurro” alla voce, Antonio “Skoppiato” al basso, Diego “Merigo” alla chitarra e Marco “Cacaturo” alla batteria. Venne anche incisa la seconda demo “Napoli Violenta”, e furono fatte serate allo Slovenly R’n’R Bar, oltre a un minitour per centri sociali che toccò il Millepiani di Caserta, il centro sociale occupato Spartaco di Santa Maria Capua Vetere, il Depistaggio di Benevento, TNT e Insurgencia di Napoli.

Ma quello che segnò la loro ascesa segnò anche la rovina: spesso si presentavano ai concerti ubriachi, specialmente quando venivano pagati prima di suonare, e se da un lato la riottosità del pubblico li aveva fatti conoscere, proprio quel pubblico era malvisto nei locali, i cui proprietari erano preoccupati dal fatto che avrebbero potuto distruggere tutto, come peraltro accadde in più di un’occasione.

A inizio 2005, come detto, il gruppo si sciolse, Diego si spostò per lavoro e gli altri decisero di chiudere la bellissima esperienza con un concerto d’addio.

Il loro successo fu dato solo dal passaparola e dai volantini che i membri del gruppo mettevano in giro per la città, Facebook sarebbe arrivato qualche anno dopo e nessuno di loro usava assiduamente Internet per perorare la causa. Erano, semplicemente, quattro punkers con un seguito vastissimo dato dal lavoro fatto giorno dopo giorno, e da non pochi eccessi.

In questo caso, posso dire “Io c’ero”, ma come me tantissimi altri ragazzi (mediamente erano presenti più di un centinaio di persone ai concerti) che ricorderanno sempre quelle notti.

Sono rimasto in contatto con alcuni di loro, cogliendo l’occasione per intervistarli. Eccovi l’intervista.

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Deformed, il punk made in Naples, 5.0 out of 5 based on 7 ratings

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