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La medicina della scrittura (9° parte). Il punto di vista
Adesso abbiamo tutto: personaggi, ambientazione (che abbiamo scelto con cura e che descriveremo di tanto in tanto) e idea sviluppata. Possiamo scrivere.
O no?
Certo che si, rilassatevi. Altri problemi sorgeranno quando avrete iniziato a mettere nero su bianco. Ma prima dovete scegliere un’ultima cosa: chi e come vede le varie scene del libro e come, quindi, le riporta al lettore pagina dopo pagina.
Quando avrete accumulato abbastanza esperienza, la decisione verrà da sé: Jeffery Deaver, riguardo i suoi romanzi, afferma che non è lui a decidere che stile usare, ma è la storia che lo richiede. Per non parlare di Palahniuk: leggete Rabbia e Fight Club e notate le 10 piccole differenze di stile. Anche 10.000, va.
A tutti i novizi che leggono questo corso di scrittura, invece, qualche consiglio sento di darlo.
Non partite da strutture sofisticate come l’intervista orale, ma cominciate col decidere se scrivere in prima o terza persona.
Entrambe le scelte portano dei benefici: parlando in terza persona lo scorrimento risulta fluido, in prima persona ci si siede di fianco al lettore, si parla con lui. Bisogna fare attenzione, però, a cosa dire, in questo caso. Molta attenzione.
Mi spiego: in un giallo diamo la parola a uno dei personaggi, e lo poniamo in una stanza con altre persone. Al centro c’è il classico cadavere da Agatha Christie. Dato che è lui che vede e descrive la scena, deve dire esclusivamente cose che può conoscere. Gravissimo, fargli dire qualcosa che non può sapere, se si tratta di errore dello scrittore. Il lettore in quel caso se ne accorgerà (perché i lettori sono attentissimi, se presi dalla storia) e attenderà con trepidazione il momento in cui verrà spiegato perché quel personaggio era a conoscenza del particolare incriminato. Se il momento non arriverà, vi renderete facilmente conto della sua irritazione.
Meno “calda” per il lettore, la scelta della terza persona, ma molto pratica e facile da seguire. In questo caso, l’occhio che fissa la scena può essere sempre diverso e in alcuni casi impersonale. Potrà parlare di tutto, non avrà vincoli. Uno solo, chiaramente: non svelare troppo al lettore. Se volete imparare a scrivere, per iniziare andrà più che bene. Successivamente, quando avrete preso dimestichezza con i personaggi, l’ambientazione e il resto, potrete cercare e provare gli stili di scrittura più particolari.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 23 aprile 2011 alle 09:35, ed è archiviato come Corso di scrittura, Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |