- Home
- Dodici
- Chi sono
- Paolo Merenda
- Presentazioni letterarie
- Pubblicazioni
- Al di sopra di ogni sospetto
- A Levante – Etica-Estetica
- Racconti per il Natale 2015
- Note di storia e cultura salentina 2015
- In Bilico – Storie di animali terrestri
- Cafè des artistes
- Caffè Blues – 2° Art Cafè
- Caffè Blues – 1° Art Cafè
- Note di storia e cultura salentina
- Antologia “Fortunato Pasqualino”
- Talkink
- Scrivono di me
- VIP shots
- Categorie
- Corso di scrittura
- 1. La terapia dell’arte
- 2. Per chi (e perché) si scrive
- 3. L’idea
- 4. L’importanza dei classici
- 5. Leggere
- 6. I personaggi
- 7. L’immedesimazione nei personaggi
- 8. L’ambientazione
- 9. Il punto di vista
- 10. Lo stile
- 11. L’importanza di documentarsi
- 12. Rispetto per il lettore
- 13. Lo sviluppo della storia
- 14. I dialoghi
- 15. Sospensione
- 16. La fine
- 17. Riscrittura
- 18. Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
- 19. Il mondo dell’editoria
- 20. Racconto o romanzo?
- 21. Promozione e pubblicità dell’opera
- Scrivere è vita – Viaggio nel mondo della scrittura
- L’arte è rivoluzione
- Recensioni
- Contattami
- Disclaimer
Romanzo disumano – Alessio Pecoraro (Recensioni)
Storie intrecciate e pochi personaggi ricorrenti fanno di quest’opera un insieme da scoprire fino all’ultima pagina.
“Romanzo disumano”, di Alessio Pecoraro, è uno di quei lavori che non riesco a ben definire in un genere preciso, il che non è affatto un male: il gioco di scatole cinesi in cui si cimenta lo tiene fuori dai soliti schemi.
Le storie intrecciate prendono il via con la prima parte, “10 Secondi”, in un teatro, dove il protagonista viene in contatto con la Terra (o almeno un suo granello), che ha forma di una splendida donna nuda. È un’allucinazione dovuta forse ai litri e litri di vino consumati con l’amico spagnolo Jorge, con cui condivide l’esperienza vissuta e si fa dire quella che ha avuto l’amico, fin quando entra in gioco la fidanzata Cleo, che pure ha una visione simile davanti a un quadro.
Da qui, il salto alla seconda parte, “10 Km”, che sembra una nuova storia (tranne per il nome del protagonista, Jorge, un personaggio diverso rispetto allo spagnolo della prima parte) e solo alla fine si ricollega al filone principale. La terza parte, “10 Pagine”, è una spiegazione, prima criptica, poi via via più chiara, di ciò che è accaduto, ma non è ancora la fine, perché un altro colpo di scena colloca tutto il romanzo in un’unica dimensione.
Ottimo libro, specialmente la parabola di Jorge (non l’amico spagnolo, ma il protagonista di “10 Km”), definito a ragione un misantropo ma che affronta un viaggio che lo riabilita agli occhi del lettore. Il viaggio diventa un pretesto per l’autore Alessio Pecoraro, il quale inserisce pensieri su quanto sia costruttivo, invece dell’odio, accogliere il prossimo senza preconcetti. Anche ne “L’uomo stanco” a volte accade lo stesso, una sorta di marchio di fabbrica che lo rende particolarmente interessante.
Come detto all’inizio, difficile inserirlo in un genere e difficile parimenti non svelare il finale, uno dei punti forti dell’opera, perché legata a doppio filo col resto, segno che la visione d’insieme dell’autore, prima di scrivere il “Romanzo disumano”, era davvero ampia.
Titolo originale
|
Romanzo disumano |
Autore
|
Alessio Pecoraro |
Anno pubblicazione
|
2016 |
Lingua originale
|
Italiano |
Genere
|
Narrativa |
Editore
|
Nulla Die |
Ti potrebbe anche interessare:
Se ti è piaciuto quello che hai letto aiutaci a diffonderlo. Clicca qui -->
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 19 giugno 2017 alle 08:00, ed è archiviato come narrativa, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |