Questo libro mette in scena un dramma con il saggio uso della satira.

Ho trovato “La fattoria degli animali” ancora più inquietante dell’altro capolavoro di George Orwell, “1984”, per un motivo semplice: se “1984” affronta un mondo già alle prese con una dittatura e controllato dal Grande Fratello, e al lettore non resta altro che guardare dalla finestra ciò che accade, “La fattoria degli animali” è la porta che si apre, e fa vedere la genesi di una dittatura fino alle estreme conseguenze.
Lo stile di scrittura di Orwell, in questo caso, non lesina particolari divertenti, complice anche la storia: nella Fattoria Padronale, il proprietario, il signor Jones, viene percepito dagli animali come dispotico padrone. Gli animali, quindi, decidono di attuare la Ribellione nei confronti degli umani, cacciandoli da quella che poi diventa la Fattoria degli Animali. Poi, sui principi dell’Animalismo, teoria messa a punto dai maiali del luogo, vengono scritti sette comandamenti da seguire, e che parlano di come gli animali debbano essere uguali e nessuno debba essere maltrattato.
I maiali, però, prendono il sopravvento, imparando a parlare e scrivere la lingua umana meglio degli altri. Su tutti, Napoleone, Palladineve e Piffero. Il primo vuole il potere per sé, il secondo vuole sì comandare sugli altri animali, ma in maniera democratica, e il terzo è un fido consigliere di Napoleone, dalla fine parlantina. Tutti gli altri animali, dal possente cavallo Boxer, all’asino Beniamino, possono solo assistere alla parabola discendente. La presa del potere da parte di Napoleone, con la cacciata di Palladineve e l’instaurarsi della dittatura, richiama il regime comunista di Stalin, di cui lo stesso George Orwell era un forte oppositore. A margine del libro, c’è appunto una parte, scritta da Orwell, sulle difficoltà affrontate per pubblicare “La fattoria degli animali” per la censura comunista.
I punti in comune con il già citato “1984” sono molti, uno su tutti riscrivere la storia e, in questo caso, i principi dell’Animalismo, in base a ciò che accade. Quindi Palladineve passa da eroe della fattoria a traditore in combutta con Jones (e lo è sempre stato), oppure i proprietari delle fattorie vicine sono, di volta in volta, amici o nemici (e lo sono sempre stati), o ancora Napoleone è sempre stato a favore della costruzione del mulino. Dei colpi di spugna continui che lasciano perplessi gli altri animali, ma non il lettore, che dal suo punto di vista può cogliere le numerose chiavi di lettura. Il tutto usando la satira, arma senza pari, e sfociando nel genere distopico puro.

Titolo originale Animal Farm
Autore George Orwell
Anno pubblicazione 1945
Lingua originale Inglese
Genere Umoristico
VN:F [1.9.5_1105]
Valutazione: 5.0/5 (12 voti)
La fattoria degli animali - George Orwell (Recensioni), 5.0 out of 5 based on 12 ratings

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