9 serie, 202 episodi tra il 1993 e il 2002, 3 Golden Globe vinti, 2 film, 1 spin-off di 13 episodi: parliamo di uno dei telefilm più longevi della televisione, un fenomeno mediatico mondiale che ha dato vita a personaggi ormai entrati nell’immaginario collettivo, come Fox Mulder, Dana Scully e C.G.B. Spender, alias L’Uomo che Fuma. X-Files ha segnato la mia crescita come MacGyver aveva segnato la mia infanzia (con singolare unione tra le due serie nel delizioso “L’innaturale”, episodio 19 della serie 6, dove Mulder viene chiamato a più riprese “MacGyver” da un agente in pensione).

La serie X-Files, nata dalla mente di Chris Carter (che ci ha poi riprovato, con scarsa fortuna, con Millenium), è una pietra miliare della TV. Complotti, alieni che vogliono colonizzare la Terra aiutati dal Consorzio, gruppo di umani in combutta con gli alieni stessi, prove di esistenza di altre forme di vita che si vogliono far sparire. E ancora rapimenti da parte degli omini verdi, o grigi in questo caso.

Come avrete capito, non sono molto obiettivo nel trattare un argomento a me caro, ma i temi affrontati in questa serie sono tra i motivi che mi spingono a scrivere e creare a mia volta. Rispetto ad altre serie che avevo visto fino ad allora, questo telefilm è molto diverso. A-Team, Supercar, MacGyver stesso, terminava quasi tutte le puntate con un “e vissero felici e contenti”, e la successiva ripartiva da 0. Qui no: un evento su tutti, il rapimento di Dana Scully (seconda serie) i cui strascichi si trascineranno fino alla fine, tra un cancro sviluppato, e curato quando ormai si erano perse le speranze, fino alla nascita di un bambino, con Fox Mulder “grazie” agli esperimenti subìti durante il rapimento stesso.

Notevole interesse è portato anche dal breve spin-off dedicato ai “Pistoleri Solitari”, un trio di variopinti giornalisti alla caccia di scoop a volte assurdi, come i figli segreti del Papa, che pur non dando notevoli scossoni alla serie principale, nell’ultima puntata mostrano un Fox Mulder alla ricerca di prove sull’esistenza degli alieni, in un momento nel quale, secondo la nona e ultima serie di X-Files, era nel Nuovo Messico con Gibson Praise per sfuggire ai Super Soldati che volevano ucciderlo (come si scoprirà nelle ultime due puntate, “La verità”).

I due lungometraggi, “X-Files – Il film” (1998) e “X-Files – Voglio crederci” (2008) hanno una matrice molto diversa: se il primo si colloca tra la quinta e la sesta serie, narrando vicende inerenti la teoria del complotto, il secondo risolve semplicemente il cliffhanger dell’ultima puntata assoluta, prima di tuffarsi in un’avventura ben diversa. Tutto questo in attesa del 22 dicembre 2012, data indicata alla fine dal Detentore della Verità, un redivivo Uomo che Fuma, come quello scelto dagli alieni per conquistare la Terra, ed entro la quale si attende il terzo e ultimo film. Gillian Anderson, attrice che interpreta Scully, ha già dato la sua disponibilità per ricoprire il ruolo dell’agente dell’FBI per la pellicola, mentre conferme si attendono da David Duchovny, per il ruolo non sostituibile di Fox Mulder.

Il Detentore della Verità, ultima immagine dell’Uomo che Fuma

I numerosi cliffhanger con cui si chiudevano spesso le serie erano il marchio di fabbrica del telefilm, tema ormai usato da moltissimi telefilm, ad esempio Fringe. In uno di questi, tra la fine della quarta serie e l’inizio della quinta, fa il suo ingresso il personaggio di Kritschgau, un uomo che lavora per il Governo, e che spiega la vera teoria del complotto a Fox Mulder, facendo vacillare dalle fondamenta le sue convinzioni sull’esistenza degli alieni. Il breve filmato che segue è tratto dal primo episodio della quinta serie, “Redux”. Ho trovato questo spezzone illuminante e quanto mai attuale: più che di alieni, si tratta il tema della guerra, l’importanza che ha per gli USA, la fonte di reddito rappresentata, con le perdite umane che si rivelano ininfluenti ai fini del progetto. Prima di lasciarvi alla visione (e aspettando vostri commenti a riguardo), riporto una delle frasi di Kritschgau (che successivamente tornerà, anche se caduto in disgrazia per il “tradimento”, tra la sesta e la settima serie): “Non c’è affare più grosso della guerra, e gli Stati Uniti lo sapevano. Fin dai tempi più remoti, niente ha sviluppato di più l’economia”.

Un’ultima cosa: volete che io tratti ancora questo telefilm, con articoli a tema? Fatemi sapere se siete interessati, nel caso proporrò di volta in volta un focus sull’argomento che riterrete più interessante, oppure, se volete, lascerò spazio ai vostri interventi.

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X-Files, la verità è là fuori, 5.0 out of 5 based on 10 ratings

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