“Blanky – Sour Candy” è un’interessante pubblicazione di Kealan Patrick Burke, vincitore del premio Bram Stoker Award nel 2004, nel quale esplora il tema della genitorialità.

Due storie horror accomunate dal tema della genitorialità, “Blanky – Sour Candy” di Kealan Patrick Burke sono colpi al cuore per il lettore, che scopre come può essere doloroso (“Blanky”) o claustrofobico (“Sour Candy”) essere padre.
“Blanky” parla infatti di due genitori che, affranti per la morte della figlia Robin, devono andare avanti giorno dopo giorno. Stephen in particolare è il protagonista che, già provato dalla scomparsa di Robin, vede il matrimonio con Lexi, la donna della sua vita, andare a rotoli e, ciliegina sulla torta, scopre nella ex stanza della figlia la sua copertina, Blanky, con cui la bimba era stata seppellita. Un vortice che lo spinge ai margini della follia, fin quando le cose sembrano mettersi bene per lui e Lexi, finalmente uniti e pronti ad affrontare il dolore. Ma la sinistra coperta è in agguato e, mossa da vita propria, sarà pronta a rendere la vita dell’uomo un inferno.
“Sour Candy” invece vede Phil Pendleton, sempre più provato anche fisicamente, alle prese con un figlio troppo vivace e capriccioso, almeno agli occhi degli altri. In realtà non l’aveva mai visto fino a pochi mesi prima, quando non solo era comparso nella sua vita ma ne aveva anche cancellato il passato per rimodellarlo in modo che ci fosse lui e non Lori, la fidanzata con cui Phil aveva un forte legame, al centro di tutto.
Kealan Patrick Burke dà una riprova della sua maestria, con pagine che mostrano la decadenza fisica e psicologica di due uomini alle prese con vicende più grandi di loro, nel creare storie su un tema molto caldo e sensibile. L’autore irlandese è non a caso associato al Re del brivido, Stephen King, con cui ha diviso il palco in occasione del premio Bram Stoker Award, uno dei massimi nel campo della scrittura. Nel 2004, infatti, è stato tra i vincitori nella sezione racconto lungo con “The Turtle Boy”, superando proprio King nella stessa sezione (che si consola come vincitore del maggior numero di premi in assoluto nella storia del premio, 13 statuette raffiguranti una casa fantasma). Nello stesso anno, fra i premiati anche Peter Straub, 10 volte vincitore in tutto, con cui Stephen King aveva scritto “Il talismano” e “La casa del buio”.
Non deve stupire quindi che Burke sia in grado di tenere il lettore incollato alle pagine, e ogni frase, ogni particolare può essere l’aggancio per un mondo pieno di mostri, in cui forse quello più grande è il protagonista stesso. Forse, perché i colpi di scena non mancano fino all’ultimo rigo.
Sempre disponibile, è stato contattato dalla redazione di www.paolomerenda.it, che gli ha rivolto una domanda riguardo i personaggi dei suoi lavori.
D: Entrambi i protagonisti delle storie toccano il fondo, provati dalle vicende difficilissime che affrontano. Quanto è importante per i lettori trovare in un libro personaggi così reali, invece di eroi senza macchia e senza paura? E quanto è anche terapeutico per chi scrive una scelta del genere?
R: Le persone sono imperfette e complicate e mi piace che anche i miei personaggi lo siano, affinché riflettano la vita reale. Credo che questo li renda più credibili. Per il lettore è più facile riconoscersi e provare empatia nei loro confronti. E per me, in effetti, è liberatorio, perché sembrerebbe falso e disonesto scriverli in un altro modo.

Titolo originale
Blanky – Sour Candy
Autore
Kealan Patrick Burke
Anno pubblicazione
2021
Lingua originale
Inglese
Genere
Horror
Editore
Nua Edizioni
VN:F [1.9.5_1105]
Valutazione: 5.0/5 (5 voti)
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