Castelmezzano, tra le Dolomiti Lucane, e Craco, sono borghi medievali tutti da vivere.

Tra le Dolomiti Lucane ci sono posti davvero incantevoli, ben distanti dalle rinomate Jesolo, Riccione e simili, ma non per questo meno affascinanti, anzi preferite da molti turisti.

Qualche settimana fa ci sono stato, e devo dire che l’impatto iniziale con Castelmezzano, prima tappa del viaggio, è stato assolutamente delizioso. Castelmezzano, in provincia di Potenza, è un centro medievale, inserito tra i borghi più belli d’Italia e nominato nel 2007 dalla rivista americana “Budget Travel” tra gli otto posti sconosciuti più belli al mondo, nel quale ci si muove prevalentemente a piedi, e solo i residenti, meno di mille, hanno il permesso di attraversarlo in automobile. Le stradine strette sono un invito a lunghe passeggiate tra natura e amore, nel vero senso della parola: non ci si può non innamorare di un posto nel quale ognuno ha il suo pezzo di terra, l’orto e gli animali, e nel quale la crisi che attanaglia l’Italia quasi non si sente, grazie al lavoro degli autoctoni. Basti pensare che, quando ho pagato il conto del B&B in cui soggiornavo, con alcune banconote tra cui un paio di “nuove” cinque euro, il proprietario si è lasciato scappare: “Finalmente li vediamo anche noi!”

La cura dei particolari, anche nel B&B, era notevole, con la classica torta di mele, fatta dalla mamma del proprietario, ad accompagnare la colazione, in alternativa alla marmellata fatta anch’essa dalla cara signora.

Ho potuto inoltre fare una lunga passeggiata tra le Dolomiti, a cui alcune case erano letteralmente attaccate, fatte su tre lati da normali mattoni e sul quarto dalle rocce della stessa montagna, che mi ha portato un’idea stranamente nitidissima su un racconto che ho già iniziato a scrivere, e che si prospetta bello lungo.

Il cibo, poi, è stato la ciliegina sulla torta: per gli abitanti del luogo la stagione della caccia è una necessità, verso la fine del fermo biologico i cinghiali entrano letteralmente nelle case, dato l’alto numero di esemplari. Di conseguenza, la cacciagione è il pilastro su cui si fonda l’arte culinaria, ma anche i vegetariani e i vegani, seppur in forma minore, trovano alimenti per il loro palato, dal delizioso peperone crusco a tutti gli altri prodotti della terra cucinati e mangiati a chilometri zero.

Dopo aver lasciato questa perla incastonata nelle Dolomiti, sono passato da Pietrapertosa, poco distante, seppur purtroppo non arrivandoci con il famoso volo dell’angelo (anche se il volo a 120 km/h attaccato a una fune è solo rimandato). Pietrapertosa è un altro borgo degno di nota, ma forse meglio ancora è un paesino visitato nell’arco dello stesso viaggio, Craco, in provincia di Matera.

Craco è un paese unico nel suo genere: la parte che ho visitato è quella abbandonata in fretta e furia negli anni ’60, quando una frana ha reso instabile il terreno su cui sorgeva il borgo antico. Come potete vedere dalle foto che ho fatto, questo borgo, la cui struttura risale alla prima metà del 1100, è rimasto lo stesso di quasi mille anni fa (pochi crolli a parte), ed è aperto ai turisti, che con una guida possono visitare i posti in cui si respira e si vede la storia dei nostri avi, secoli fa. Il colpo d’occhio mentre ci si avvicina è incantevole, non a caso è stato scelto per molti film, tra cui “La passione di Cristo” di Mel Gibson, uno dei film della saga dell’Agente 007 James Bond e “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo. Una particolarità è legata alle case presenti nella città fantasma: le costruzioni sono ancora di proprietà dei vecchi abitanti, ora spostatisi nella “nuova” Craco, distante pochi chilometri.

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