Il trucco sta nei tempi e nei modi in cui il nuovo denaro arriva nelle mani dello Stato, delle Banche e poi dei lavoratori e di tutto il mondo produttivo. Quando lo Stato ed i grandi istituti finanziari ricevono il nuovo denaro l’inflazione è ancora all’inizio e le cose hanno ancora il vecchio prezzo! Essi quindi sono più ricchi! Quando il nuovo denaro raggiunge il lavoratore (e gli stipendi aumentano) l’inflazione è ormai già in atto e i prezzi si sono già alzati, quindi esso non ci guadagna ma spesso ci perde. Dalla prima guerra mondiale in poi, proprio a causa degli sforzi bellici, gli stati europei sono stati costretti ad autorizzare le proprie Banche Centrali a rompere il rapporto (già alto) di 1 a 10 tra oro posseduto e moneta emessa. Nel 1971 anche gli U.S.A. abbandonarono la “parità” con l’oro.

La produzione di denaro è ora completamente slegata alla ricchezza realmente posseduta che scende sempre. Nonostante abbiano sempre meno moneta reale le Banche Centrali continuano a prestare soldi agli Stati chiedendo anche gli interessi sul prestito. Il denaro in più che serve a ripagare gli interessi alle Banche Centrali (oltre la metà del debito pubblico) viene dal nostro lavoro, dal mondo produttivo. Paghiamo le tasse allo stato e questo a sua volta usa questo denaro per pagare interessi su denaro avuto in prestito che era stato creato dal nulla.

Nel 2005 la FED (Federal Reserve, ovvero la banca centrale USA) ha dichiarato che non comunicherà più il tasso di parità con l’oro. Cioè non solo dal 1971 non c’è più un rapporto definito tra oro posseduto e moneta emessa, ma ora questo rapporto sarà tenuto nascosto. Il sistema creato si regge su due pilastri: Banche e Stati, ovvero il sistema economico e il sistema politico. Ad entrambi conviene, per ragioni diverse, che il giochetto vada avanti.

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Il signoraggio bancario (Parte 3 di 4), 4.7 out of 5 based on 14 ratings

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