Tutte le grandi città con una forte base storica fondano la propria nascita sulla leggenda, e Siena non è da meno. Se le origini risalgono a Romolo e Remo, non è da meno il presente, altrettanto affascinante.

Il Duomo di Siena, la piazza del Campo (quella, per intenderci, in cui si svolge il rinomato Palio di Siena), la Torre del Mangia e molti altri posti, fanno di Siena una città da visitare, per apprezzare le bellezze del centro storico, racchiuso tra possenti mura (come tutti i centri medievali, ad esempio Viterbo), e le occasioni di svago e cultura presenti. Nel visitarla, ho ovviamente fatto tappa nei posti già nominati e nella fortezza Medicea, per un giro da turista ma non solo.
Perché un altro punto forte di Siena e della Toscana tutta è la cultura enogastronimica, per un connubio che rende la permanenza un’autentica esperienza nel vero senso della parola.

La fortezza Medicea, dicevamo, che accoglie chi va a visitarla con alcuni dei migliori paesaggi della città, oppure il Duomo di Siena, che condivide con la Torre del Mangia (quella che affaccia sul Campo) un primato cittadino cercato nei dettagli: la torre e il duomo hanno la stessa altezza, per simboleggiare il potere religioso (il duomo) e quello politico (la torre, a cui erano attaccati i luoghi in cui i poteri politici locali si incontravano) che vanno di pari passo, senza che nessuno sopravanzi l’altro, letteralmente. Ma se questa è la storia, il presente offre un bel museo all’interno della struttura adiacente la Torre del Mangia, e l’interno del Duomo pronto ad accogliere i turisti di qualsiasi nazione. E, per le pause, una cucina che non lesina piatti artigianali, come i pici, una sorta di spaghettoni rigorosamente di fattura artigianale, e la cacciagione. Ho mangiato, ad esempio, la fagianina ai pinoli e l’uva secca, che unisce il piatto di carne ai sapori locali.

Ma se c’è una cosa che più di altre mi ha colpito è la passione che i senesi hanno per il Palio: il Palio è come il calcio nel resto d’Italia, nel senso che ogni italiano ha una squadra del cuore, ma anche ogni senese ha una contrada del cuore. Tutti i possessori di bar, ristoranti, osterie e altro con cui ho interagito avevano una foto, un gagliardetto, un simbolo di una contrada pronta a correre il Palio. I cavalli, come i fantini, figurano sulle prime pagine dei giornali locali. Tutto, insomma, è passione.

E la storia più antica? Non lo è da meno: alla fondazione leggendaria di Roma, che tutti conoscono (parlo di Romolo e Remo e della Lupa) ne sono seguite altre. Come a Siena: sempre seguendo il filone della leggenda, Romolo dopo aver ucciso Remo voleva fare lo stesso con i figli di lui (nonché suoi nipoti) Seno e Ascanio. I due però trovarono rifugio oltre il Tevere. Se il secondo fondò Asciano, piccolo ma delizioso centro medievale, cosa fondò Seno, se non Siena? E i comandanti inviati da Romolo per ucciderli? Ebbene, anche loro, Camellio e Montorio, arrivati a Siena, tra una battaglia e l’altra, fondarono il primo la Camollia, una zona che include una porta delle mura storiche, e il secondo l’attuale Valdimontone, quartiere che adesso partecipa come contrada al Palio di Siena. La commistione tra mitologia e realtà presente, come vedete, continua senza sosta. E la città merita senz’altro un viaggio, per un turismo interessato alla cultura e, perché no, anche al cibo.

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Siena, tra incanto e storia, 5.0 out of 5 based on 5 ratings