Seconda opera del mio omonimo Paolo Merenda.

Chi segue questo sito sa che il Paolo Merenda in questione non sono io, ma un mio omonimo. Ebbene, poco tempo fa ha pubblicato la sua seconda opera, un piccolo libro nel quale viene narrata la storia di Angelo, un punker insoddisfatto che vede la sua vita finire un giorno per volta, per dirla alla Tyler Durden in Fight Club. La svolta avviene quando capisce cosa fare della sua vita, una volta licenziato.

Veloce e dinamico, l’autore alessandrino narra in poche pagine una storia surreale dal ritmo segnato da numerose pietre miliari della musica punk. Spesso il protagonista si lascia andare ai ricordi, come quando ripensa a Giulia, unico grande amore della sua vita, oltre alla musica. E sarà proprio la musica a far naufragare il rapporto idilliaco tra loro due, ma al contempo, per la legge della compensazione, la musica diventa anche l’appiglio che Angelo usa per tirarsi su dopo esser stato licenziato.

A 44 anni suonati (è il caso di dirlo) decide di rimettersi in pista: nuovo gruppo musicale, tour in America, e niente ricordi che gli stanno facendo male. La parte più bella è forse questa, con i concerti del gruppo e le sensazioni del live rese benissimo su carta. Paolo Merenda è aiutato in questo dalla sua passione, la musica, con numerose esperienze come frontman di gruppi hardcore punk. La vita dell’autore a tratti ricalca quella del personaggio, che gioca dosando al meglio realtà e finzione.

La fine arriva un po’ troppo presto, come un veloce colpo di pistola. Peccato, perché fino ad allora la lettura è piacevole e con qualche pagina in più l’effetto sarebbe stato avvertito ancor maggiormente. Perché alcuni personaggi, come Francine, la sua fiamma in America, o Jessica, sorella di Giulia, avrebbero meritato maggior attenzione. In particolare il romanzo che Jessica pubblica e che Angelo si trova per sbaglio fra le mani. Chissà che l’autore non l’abbia fatto di proposito per una nuova, sconvolgente, pubblicazione.

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