- Home
- Dodici
- Chi sono
- Paolo Merenda
- Presentazioni letterarie
- Pubblicazioni
- Al di sopra di ogni sospetto
- A Levante – Etica-Estetica
- Racconti per il Natale 2015
- Note di storia e cultura salentina 2015
- In Bilico – Storie di animali terrestri
- Cafè des artistes
- Caffè Blues – 2° Art Cafè
- Caffè Blues – 1° Art Cafè
- Note di storia e cultura salentina
- Antologia “Fortunato Pasqualino”
- Talkink
- Scrivono di me
- VIP shots
- Categorie
- Corso di scrittura
- 1. La terapia dell’arte
- 2. Per chi (e perché) si scrive
- 3. L’idea
- 4. L’importanza dei classici
- 5. Leggere
- 6. I personaggi
- 7. L’immedesimazione nei personaggi
- 8. L’ambientazione
- 9. Il punto di vista
- 10. Lo stile
- 11. L’importanza di documentarsi
- 12. Rispetto per il lettore
- 13. Lo sviluppo della storia
- 14. I dialoghi
- 15. Sospensione
- 16. La fine
- 17. Riscrittura
- 18. Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
- 19. Il mondo dell’editoria
- 20. Racconto o romanzo?
- 21. Promozione e pubblicità dell’opera
- Scrivere è vita – Viaggio nel mondo della scrittura
- L’arte è rivoluzione
- Recensioni
- Contattami
- Disclaimer
Recensione: Il piccolo principe – Antoine de Saint-Exupéry
Ci sono alcuni libri che si possono leggere molte volte, a intervalli regolari di qualche anno, e si possono cogliere sempre cose diverse, in base alla nostra maturità, alle nostre convinzioni. Quando questo accade, ci si trova di fronte a una storia profonda, che supera i confini del genere narrativo specifico e diventa letteratura a tutti gli effetti. Il piccolo principe è uno di questi. Il bambino, la rosa, i vulcani, l’asteroide, gli incontri che fa sul suo cammino, sono tutti elementi che possono essere affrontati con moltissime chiavi di lettura. Si parla di amicizia, del vero fine della vita, ma i vari livelli di sottotesto indicano anche altro, e saranno gli occhi del lettore a decifrarne ogni volta un pezzetto, ma mai tutto insieme: ci vorrebbero occhi di bambino, di adulto e di vecchio insieme. Cosa che indirettamente dice anche l’autore, quando tratta, in uno dei numerosi e bei disegni che impreziosiscono l’opera, il boa che mangia l’elefante, scambiato per un cappello dai “grandi”. L’incontro dell’aviatore con il piccolo principe nel deserto dei deserti, il Sahara, porta il bambino a narrare la sua storia. Toccante la parte nella quale il principe viene a contatto con il campo di rose, sulla Terra, grazie al personaggio della volpe, che gli spiega la differenza tra quelle rose e la sua, quella sull’asteroide. In queste pagine anche il celeberrimo passo “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Il che mi permette di ricongiungermi alle considerazioni che facevo prima: qualunque chiave di lettura si usi, resta qualcosa di essenziale, invisibile agli occhi, in questa opera. Bisogna tornare a casa del piccolo principe, sull’asteroide B 612, di tanto in tanto, per poter cogliere tutto. E non sarà mai un viaggio fatto inutilmente.
Titolo originale
|
Le Petit Prince |
Autore
|
Antoine de Saint-Exupéry |
Anno pubblicazione
|
1943 |
Lingua originale
|
Francese |
Genere
|
Fantasy |
Se ti è piaciuto quello che hai letto aiutaci a diffonderlo. Clicca qui -->
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 30 luglio 2010 alle 10:35, ed è archiviato come fantasy, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |
circa 14 anni fa
Direi che anche Pinocchio abbia lo stesso tipo di magia, e forse a differenza del piccolo principe è un passettino più avanti, ma dipende se la vedo con gli occhi del bambino, dell’adulto e del vecchio
circa 14 anni fa
Ogni opera può colpirci, si vede che Pinocchio ha toccato delle tue corde nascoste. Ma hai ragione sulle similitudini tra Il piccolo principe e l’opera di Collodi, hanno molti punti in comune