C’è stato un momento in cui il genere narrativo distopico, come tutti gli altri, è nato. Ebbene, spesso questo romanzo viene considerato il primo con temi prettamente moderni.

Il genere distopico, portato a vette massime da George Orwell con il suo “1984” e, a mio avviso, anche da Ray Bradbury con “Fahrenheit 451” (che, almeno, nel finale è più positivo, merce rara a queste latitudini), è nato come rovesciamento di quello utopico. Quando, nel 1932, Aldous Huxley pubblicò “Il mondo nuovo” il termine in pratica non esisteva ancora, tanto che all’epoca veniva descritto come anti-utopico.
Nel 1949 George Orwell diede alle stampe, come detto, “1984”, dopo averlo scritto l’anno precedente, e “Il mondo nuovo” andò un po’ in ombra, ma è assolutamente un libro da riscoprire. La trama è leggerina, a dire il vero, con Bernard Marx, psicologo al servizio della dittatura globale, che porta una ragazza, Lenina Crowne, con lui in un viaggio nel Nuovo Messico, dopo numerosi appuntamenti, e lì trovano John, il “Selvaggio”, nato e cresciuto nella riserva locale, ma in realtà figlio di un uomo molto in vista nel nuovo mondo. Il contrasto di John una volta toccato con mano il progresso spasmodico del “mirabile mondo nuovo”, per prendere in prestito le parole di William Shakespeare che il selvaggio stesso cita, essendo uno dei pochissimi ad averlo letto, porta a un finale tragico, ma a quel punto l’unico possibile.
In sé, con poche eccezioni anche ai personaggi manca sempre quel qualcosa che li possano rendere indimenticabili, ma indimenticabile lo è l’ambientazione, ed è qui che la forza profetica di Huxley porta a un altro livello l’opera: anche parlare di dittatura è fuori luogo, dato che esiste da 632 anni (i fatti sono ambientati nel Ford 632, corrispondente al nostro 2540) e ha regole che ormai nessuno si sogna di sovvertire, anche perché si sbriciolerebbe tutta la società.
Non esistono più madri né padri, ma tutti i bambini nascono in provetta e, grazie a trattamenti pre e post parto, vengono assegnati a varie categorie, che sono alfa, beta, gamma, delta ed epsilon. Le lettere dell’alfabeto greco, da alfa a epsilon, designano lavori e ruoli sempre più degradanti, ma grazie all’ipnopedia, il condizionamento attraverso il sonno, nessuno di loro si lamenta, anzi gli epsilon invece di far partire la rivolta hanno paura e disprezzano al tempo stesso gli alfa. Un meccanismo perfetto, retto da dieci governatori mondiali, che tranne alcune zone, le riserve, su cui bisognava investire troppo per soggiogarle, tengono in mano il mondo intero.
Le mele marce fanno ancor meno danno di quelle in “1984”, segno di quanto tutto sia curato nei dettagli. La versione che ho io comprende “Ritorno al mondo nuovo” del 1958, un saggio dello stesso Aldous Huxley, che sviscera e spiega perché alcune delle cose che diceva risultano già in via di realizzazione: nel libro del 1932, per tenere buona la gente dallo stress della vita quotidiana, esiste il sesso libero, tanto che i legami fissi scompaiono, e una droga che non lascia conseguenze, il soma. Ebbene, già nel 1958 l’autore britannico notava i primi cambiamenti in tal senso, e ai giorni nostri la sua opera-manifesto è ancora più profetica. C’è da dire che tutti i membri della sua famiglia erano dei luminari, in campo scientifico ma non solo, e lui è stato il classico uomo che ha visto più lontano perché stava sulle spalle di giganti.
Non mancano, comunque, sia nel romanzo che nel saggio, segnali positivi: i progressi della scienza hanno fatto del male alla libertà di ognuno, ma solo perché sono stati usati male. In sé, avrebbero potuto migliorare la società su tutti i livelli, ed è quello che si auspica nel suo ritorno del 1958.
Come lo si può leggere ai giorni nostri? Con lo stesso pessimismo ma con punte di ottimismo, io credo, perché la situazione si può sempre ribaltare, nulla viene fissato nel granito. E un buon inizio sarebbe leggere “Il mondo nuovo” per cogliere i segnali di quello che può portare ai nuovi anni di Henry Ford, magari senza arrivare a 632.

Titolo originale
Brave New World
Autore
Aldous Huxley
Anno pubblicazione
1932
Lingua originale
Inglese
Genere
Fantascienza
VN:F [1.9.5_1105]
Valutazione: 5.0/5 (5 voti)
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